Pierpaolo Baretta, sottosegretario all’Economia e alle Finanze, ha le idee chiare. «Bisogna accelerare – afferma l’esponente del Pd – le pratiche di divorzio dell’Inghilterra. Non è giusto che le cose vengano tirate per le lunghe. Riducendo i tempi potremo anche scongiurare il rischio emulazione da parte di altri Paesi europei, in primis Olanda e Danimarca»
Onorevole Baretta, lei come sta affrontando lo choc del voto britannico sulla Brexit?
«Di sicuro la storia non finisce qua, bisogna cogliere le opportunità che si possono copresentare al nostro Paese».
Insomma, lei non perde l’ottismo.
«Sono due gli aspetti che mi hanno colpito positivamente in questi giorni. Innanzitutto rilevo che, dopo un lungo periodo in cui il dibattito sull’Europa era stanco ed annoiato, si è improvvisamente alzato di livello ed è tornato al centro della scena. In secondo luogo i giovani hanno votato a favore dell’Europa, e questo dato è sicuramente confortante: abbiamo il dovere di reagire e di non lasciarci prendere dallo sconforto».
Dica la verità, per lei il risultato del referendum è stata una sorpresa?
«Sì, è stata una sorpresa. I sondaggi segnalavano un vantaggio del “remain”. Ma l’impennata dei titoli e della sterlina ha determinato un’illusione ottica che è svanita venerdì mattina».
A questo punto cosa bisogna fare?
«Occorre precisare velocemente i termini della separazione. L’Inghilterra riceve i benefici dell’Europa, come, ad esempio, gli investimenti previsti dal piano Juncker. E i suoi rappresentanti continuano a votare al Parlamento Europeo. È vero, Cameron si è dimesso e così ha fatto il commissario europeo Hill, ma il nuovo premier verrà scelto a ottobre. Di questo passo rischiamo che l’uscita duri almeno un anno. Un tempo troppo lungo».
Il nostro export rischia di arretrare significativamente?
«Per fortuna, per i nostri prodotti il mercato inglese non è l’unico. Certo, dobbiamo darci da fare tutti perché si creino nuove opportunità. Non siamo ancora usciti dalla crisi economica degli ultimi anni e il disagio sociale è aumentato. Bisogna impegnarsi per creare nuove occasioni di lavoro».
Un anno fa l’Europa guardava alla situazione greca, nessuno avrebbe immaginato un addio così repentino dell’Inghilterra.
«L’Europa aveva imposto delle condizioni alla Grecia, adesso invece è la Gran Bretagna che, dopo una lunga trattativa, ha ottenuto anche troppi vantaggi».
Anche Zaia ha parlato di contagio referendario e del diritto all’autodeterminazione.
«Queste dichiarazioni rivelano il vero obiettivo del referendum sull’autonomia del Veneto».
Claudio Baccarin
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