Una zona franca cinquanta volte più grande a Porto Marghera e una urbana solo per Murano. Per Confindustria, Camera di Commercio, Porto, sindacati e categorie è l’ultima chiamata per attirare investitori. E ieri hanno consegnata la proposta al viceministro all’Economia Enrico Zanetti, alla Regione e all’assessore allo Sviluppo di Ca’ Farsetti Simone Venturini. Il primo passo è l’ampliamento della Venice Free Zone che a Marghera occupa 8 mila metri quadri tra i varchi d’ingresso e d’uscita dal porto. E già qui si pone il primo problema perché sul dove allargarla le idee divergono. Le categorie immaginano un’espansione nelle aree ex Montesyndial e al Terminal Autostrade del Mare di Fusina in modo da portare a 400 mila metri quadri l’area dove le merci non pagano dazio, spiega Damaso Zanardo, Confindustria, presidente della commissione Città Metropolitana della Camera di Commercio. Il presidente del Porto Paolo Costa auspica un’estensione a macchia di leopardo. «Solo dove serve, senza impegnare tutte le aree – dice – Abbiamo verificato con l’avvocatura di Stato ed è percorribile». Che potrebbe smuovere 250 milioni di investimenti «nella pancia di alcune imprese». Anche il Comune ha la sua idea sull’ampliamento e infatti giovedì in giunta il sindaco Luigi Brugnaro illustrerà il suo piano, ha annunciato Venturini. Quando categorie, Porto e istituzioni avranno trovato la quadra, il governo farà la sua parte, assicura Zanetti. «Basta un decreto interministeriale – spiega – Sono disponibile ad attivare un tavolo tra i ministeri». Trasformare la Venice Free Zone in una Zona Economica Speciale vera e propria con tanto di fiscalità di vantaggio è invece più complesso: ci vuole una legge del Parlamento, una della Regione e una trattativa con l’Ue. Quanto a Murano, per avviare l’iter bisogna che le categorie presentino al governo tutti i dati economici e demografici che dimostrano il declino e permettano che l’isola sia riconosciuta area di crisi non complessa. «Bisogna essere veloci e disegnare una strategia complessiva – esorta Gian Angelo Bellati da Unioncamere – In nostri concorrenti sono avanti». «Si rischia di inflazionare l’Italia di Free zone, rendendole inutili – avverte il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta – Venezia parte avvantaggiata perché è Città Metropolitana e ha già un punto franco, ma serve un disegno strategico».
Monica Zicchiero
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