L’allarme Anci: servizi a rischio (il Mattino di Padova, la Nuova Venezia, la Tribuna di Treviso)

anci venetoSELVAZZANO Nel Veneto sono a rischio servizi essenziali come la polizia locale e i servizi sociali. Molti comuni, che pure hanno un bilancio in attivo, non possono assumere perché l’essere stati troppo bravi nel tagliare la spesa corrente li penalizza. L’allarme è stato lanciato dalla presidente dell’Anci del Veneto Maria Rosa Pavanello nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione che riunisce i comuni a Selvazzano Dentro (Padova). Le risposte fornite dal sottosegretario all’economia e finanza Pier Paolo Baretta non hanno però accontentato un’assemblea veramente disperata rispetto a questo tema. Partiamo dall’esistente: i Comuni del Veneto hanno pochi dipendenti. “Rispetto a una media nazionale – spiega Pavanello, che è sindaco di Mirano – di circa 7 dipendenti comunali per mille abitanti, nel Veneto ci sono 5,5 dipendenti per mille. Se nella media si tiene conto del fatto che il Comune di Venezia ha molti dipendenti si arriva a situazioni all’osso come quella del Trevigiano con un dato medio di 3,73 dipendenti comunali per 1000 abitanti”. Il problema denunciato dagli amministratori sta nei vincoli per le assunzioni: non solo limitate a un nuovo dipendente ogni 4 che vanno in pensione, ma anche legate alla spesa. Per il personale non si può spendere oltre il 25% della spesa corrente. “Per Comuni del Veneto – spiega la Pavanello – che si sono particolarmente impegnati con tagli per ridurre la spesa corrente questa è una vera e propria beffa: siccome hanno ridotto la spesa, non si possono permettere un vigile o un assistente sociale in più, anche se hanno avanzi di bilancio sufficienti per questa spesa”. Tra qualche anno si rischia anche di perdere il know how della pubblica amministrazione. “Nel mio Comune – denuncia Ruggero Feltrin, sindaco di Trevignano in provincia di Treviso – abbiamo un dipendente ogni 3500 abitanti. L’età media del personale è superiore ai 45 anni, per le posizioni organizzative di 56/57 anni. Tra 5 – 6 anni non ci sarà nessuno in grado di gestire problemi complessi”. La soluzione prospettata dal sottosegretario all’economia e finanza Pier Paolo Baretta, presente all’incontro, è che i piccoli Comuni si uniscano con altri o fondano alcune funzioni, cosa che li esime dal rispettare il vincolo del tetto del 25% della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente. Una soluzione non facilmente praticabile. Le fusioni che sono state tentate, eccetto che nel Bellunese, sono state bocciate dai referendum. Mentre per quanto riguarda l’accorpamento di funzioni al momento non è certo che questo possa veramente portare a dei risparmi di spesa.
Silvia Giralucci
2016-05-28T10:06:38+02:00 28 Maggio 2016|In evidenza, News, Notizie dal Veneto|

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