VENEZIA I consiglieri regionali plaudono alla decisione di Veneto Sviluppo di esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto delle quote Apvs-Vtp ma la soddisfazione è lasciata a metà. Il domino societario e i molti «se» sullo scacchiere delle partecipazioni da qui a due anni potrebbero riportare in corsa per la gestione del terminal le società crocieristiche.
Il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta indica una soluzione: «La prelazione esercitata è una buona notizia che mette al riparo da avventure un pezzo importante del patrimonio portuale veneziano – premette – Dopodiché bisogna lavorare adesso, subito, al piano industriale, senza accontentarsi di aver tamponato una situazione. Il piano industriale bisogna farlo prima dei nuovi assetti per ancorare le prospettive di sviluppo ed evitare che l’operazione assuma i contorni di un mero maquillage finanziario». I consiglieri regionali ieri alla notizia hanno reagito «à la carte». Nessuno era informato, in posta elettronica neanche un comunicato con i dettagli dell’operazione e delle opzioni per Veneto Investimenti (società di Royal Caribbean, Costa Crociere e Msc) di acquisire oggi il 49 per cento e nel 2018 la maggioranza con l’intenzione di mettere sul piatto sessanta milioni di euro per un nuovo terminal crociere per le grandissime navi a Marghera.
«Attenti a non infilarci in vicoli ciechi», avverte Pigozzo. «Chiederemo a Veneto Sviluppo che venga a dare lumi in commissione su questa scelta», annuncia il capogruppo della Lega Nicola Finco. «Il diritto di prelazione è stato esercitato ma la situazione è in evoluzione e non sappiamo quali siano davvero le intenzioni della parte pubblica – riflette la consigliera del M5S Erika Baldin – Nulla è stato esplicitato e la mia interrogazione al riguardo è rimasta lettera morta».L’autonomia della società regionale e quella del consiglio si misurano al millimetro. «È stato ottemperato il nostro indirizzo ma si fa fatica a capire di primo acchito gli effetti – scuote la testa Pigozzo – Mi lascia perplesso che questa cordata metta sul piatto una prospettiva di sviluppo crocieristico a Marghera che non è nella loro disponibilità, non dipende da loro ma da scelte nazionali sulle grandi navi. Il tema della mozione per mantenere la governance in mano pubblica era evitare che speculazioni a medio e lungo termine potessero danneggiare l’indotto lavorativo».
Le intenzioni di Veneto Investimenti sulla crocieristica e la Marittima seguono il flusso degli interessi delle compagnie, la chiamata in causa di Veneto Sviluppo era un invito a mettere sul piatto delle scelte anche gli altri interessi del territorio. «Capiremo meglio i dettagli ma sicuramente oggi il pubblico senza il privato non va da nessuna parte», approva il consigliere veneziano della Lega Alberto Semenzato. «La questione è complessa, non è una passeggiata capire le implicazioni della vicenda – puntualizza Finco – Chiederemo a Veneto Sviluppo di spiegare in commissione se è stata rispettata la volontà del Consiglio e cosa hanno fatto».
Il Movimento Cinque Stelle ha già fatto una battaglia sul bando di gara e ora promette di andare a fondo per capire il significato dell’operazione. «Noi con la mozione volevamo che Veneto Sviluppo esercitasse il diritto di prelazione, diventasse socio di maggioranza e restasse preponderante la parte pubblica – scandisce Erika Baldin – Chi avrà la governance effettiva? Va chiarito, anche in vista della fusione delle autorità portuali di Venezia e Chioggia».
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