Autonomia, “Zaia sta lavorando per accentuare le distanze tra Roma e il Veneto”

ImmagineVENEZIA Zaia “vede” Illy e rilancia. Di fronte ai consigli dell’ex presidente del Friuli Venezia Giulia, che anni fa ha negoziato con lo Stato diversi capitoli di autonomia per il suo territorio – come riportato nell’intervista di ieri al nostro giornale – l’attuale governatore del Veneto risponde: «È necessario fare di chiarezza, perché da quando Illy ha contrattato sono passati molti anni, sono cambiate le norme e le tendenze. Il mondo stesso è cambiato». Il presidente spiega così la sua strategia “a tenaglia”: «Da un lato c’è il referendum consultivo che vede i veneti chiamati ad esprimersi per la prima volta – spiega – e non è vero che non serve a niente. Se già adesso potessi trattare con il 90% dei consensi, Renzi non potrebbe permettersi certe affermazioni («non esiste l’ipotesi di ulteriori forme di autonomia» ndr). Dall’altro c’è il negoziato sulle competenze in base all’articolo 116 della Costituzione. Sono due strade che non si sovrappongono. Quindi ben vengano le osservazioni e le esperienze di quelli come Illy che hanno già negoziato, ma la nostra richiesta è più complessa, abbiamo una lista “paurosa”: ci sono 19 competenze da contrattare prima che Renzi cambi la Costituzione. Ma non solo: chiameremo a raccolta gli stakeholder di tutti i settori della società per presentare una proposta innovativa». La trattativa, spiega ancora, vede al tavolo il ministro Costa e il sottosegretario Bressa; l’ipotesi cui sono al lavoro i tecnici regionali è quella di un’autonomia sul modello di Trento e Bolzano, con 9/10 dei tributi destinati al territorio «ma fatti salvi i soldi siamo pronti a sperimentare modelli innovativi di fiscalità» garantisce. E da qui si arriva alla proposta win-win suggerita dall’ex governatore friulano per cui anche lo Stato dovrebbe guadagnare qualcosa dall’autonomia veneta: «Il Governo può dimostrare fino in fondo che ha rispetto per la Costituzione che prevede geometrie variabili ma soprattutto deve sapere che affidare competenze ad amministrazioni virtuose significa aumentare l’efficienza dei servizi» prosegue Zaia che lancia un appello «Roma testi su di noi nuovi modelli di autonomia. Renzi ha l’occasione per scegliere tra la via digitale e quella analogica». Ma la strada resta in salita: «È impensabile prevedere altre Regioni a statuto speciale – sostiene il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta – semmai il contrario. Diversamente si rischia un’illusione ottica. Zaia sta lavorando per accentuare le distanze tra Roma e il Veneto, ma la sua è un’impostazione che non porterà risultati. La Regione non deve chiedere di fare da sé, ma di contare di più negli equilibri nazionali. Dal punto di vista fiscale è più serio pensare a forme speciali per le città d’arte, con maggiori spazi destinati alla crescita. Bisogna partire dalla progettualità per avere tributi. È necessario spostare la discussione sull’asse dello sviluppo e per questo dovremmo prima discuterne tra noi e poi dire al Governo cosa significherà il Veneto nella crescita dell’Italia nei prossimi vent’anni». Aggiunge la capogruppo del Pd in Consiglio regionale Alessandra Moretti: «Illy pone un problema molto serio, ma se Zaia punta allo scontro con il Governo chiedendo l’autonomia su tutto, il risultato non potrà che essere negativo poiché certe sue richieste vanno contro la normativa costituzionale – sostiene – il vantaggio va meritato e significa risorse. Renzi sa bene che i veneti rivendicano forme di autonomia, il problema è che qui per troppo tempo sono stati presi in giro dai politici che non hanno portato a casa nulla. Penso che dovremmo adoperarci su materie specifiche come le politiche attive sul lavoro, il turismo e la cultura, mentre non credo che la sanità rientri tra le materie. Noi diamo ampia disponibilità a collaborare se si vogliono ottenere dei risultati concreti, ma non se Zaia vuole fare il suo solito show, mirando al plebiscito personale con il referendum». Favorevole alla richiesta di trattenere parte dei tributi anche capogruppo grillino Jacopo Berti: «Il nostro obiettivo sono gli Stati Uniti d’Italia e il sogno i 9/10 di Bolzano: non so se sarà possibile ma quando fissi un obiettivo, poi almeno cominci a trattare».

(s.zan.)

2016-05-08T09:49:24+02:00 8 Maggio 2016|In evidenza, News, Notizie dal Veneto|

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.