«Il partito rompa gli schemi per tornare a governare» (il Gazzettino)

Schermata 2016-03-10 alle 11.58.52Caro cronista, c’è un equivoco nell’articolo “Se Davide batte Golia” a proposito del Pd veneziano: il congresso lo ha vinto Maria Teresa Menotto, alla quale vanno i complimenti e gli auguri, non Alessandro Baglioni, che essendo giovane ed avendo raggiunto un importante risultato – quindi avendo a disposizione importanti prospettive – andrebbe protetto dalle adulazioni.

Sapevamo di non vincere il congresso comunale, ma nonostante questo abbiamo rifiutato accordi unitari confusi, che pure ci erano stati proposti, perché a noi più che stare in maggioranza nel partito comunale, sta a cuore la necessità di ritornare ad essere maggioranza nella città. Per lo stesso motivo abbiamo sostenuto con convinzione Gigliola Scattolin alla segreteria metropolitana. La stessa chiarezza, peraltro, che, va dato atto, ha ispirato i sostenitori di Poli e della Menotto.

Merito a Baglioni (che non era solo, ma, anche lui, sostenuto da pezzi importanti del “partito” storici e non) di aver raggiunto il 25% e superato Alessandra Miraglia che ha ottenuto “solo” il 23%; una distanza tale che parlare di “umiliazione” è francamente strumentale. Tanto più che il terzo posto è causato dai voti nel circolo Mobilità e Trasporti, non dai circoli di territorio del comune. In una prospettiva seria l’analisi andrebbe dunque fatta non sulle micro percentuali interne al partito, ma sulle elezioni dello scorso anno per il Comune e su come un’assenza di coraggio e di chiarezza nei contenuti e nelle prospettive politiche ci ha portato al bel risultato di perdere clamorosamente il Comune!

Quando lo stesso Baglioni dice, commentando il suo risultato, che la sua è una lista “trasversale” (si è sentito dire: cassoniani, civatiani, ex bersaniani o pararenziani delusi), non si potrebbe sostenere che questo schema è esattamente all’origine dei problemi della politica progressista veneziana che non ha saputo evolvere e intercettare i nostri cittadini?
A sostenere Alessandra Miraglia c’è un’idea riformista che invece si ispira alla rottura di schema di gioco che Renzi ha introdotto nella politica italiana e che non era approdato finora seriamente in laguna. Per questo la chiarezza delle impostazioni politiche era ed è necessaria. Se vogliamo, come dobbiamo, tornare a governare e non rassegnarci a restare all’opposizione ed evitare che la maggioranza di Brugnaro diventi blocco sociale in città, era ed è necessario che il congresso determini un passaggio politico di chiarimento delle posizioni e delle forze in campo.

Pier Paolo Baretta
Andrea Ferrazzi
Alessandro Maggioni

2016-03-10T11:59:48+01:00 10 Marzo 2016|In evidenza, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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