Un tavolo per valutare un percorso che possa portare all’individuazione di strumenti utili a raggiungere l’armonizzazione fiscale con la Slovenia.
È l’impegno che si sono presi i partecipanti al convegno sulle zone franche urbane, ospitato ieri dalla sala della Fondazione Cassa di Risparmio e organizzato dalle Acli provinciali. Tra i relatori dell’appuntamento, anche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che ha ribadito come «le zone franche urbane sono utili se poche: in questo momento – ha spiegato l’esponente del governo Renzi – sono concentrate in situazioni particolari e in aree in cui era necessario rispondere a esigenze di calamità, come in Abruzzo, Emilia e Sardegna. Dobbiamo avere il coraggio di liberare le energie, mettere in condizione gli enti locali di agire secondo le proprie prerogative e tenere sotto controllo il disagio sociale».
Il territorio, intanto, soffre: come ricordato dalla presidente provinciale delle Acli, Silvia Paoletti, «le famiglie si trovano in condizioni di estrema difficoltà, con i genitori e i nonni a fungere da ammortizzatore sociale naturale di fronte ai problemi occupazionali». Per la senatrice del Partito democratico, Laura Fasiolo, «è necessario superare il passato e le formule di assistenzialismo che forse, a lungo andare, hanno nuociuto al nostro territorio: la proposta di istituire nella fascia confinaria del Fvg una zona franca urbana per raggiungere l’armonizzazione fiscale con i territori oltreconfine può essere la strada giusta, da condividere con le istituzioni locali e le categorie». Che ieri hanno partecipato al momento di confronto, portando dati e idee: il presidente della Cciaa, Gianluca Madriz, ha spiegato come «il 65 per cento delle tessere per l’acquisto agevolato di gasolio non vengano più utilizzate a causa della disparità dei prezzi alla pompa con la Slovenia: ci troviamo a combattere una guerra di numeri, legata alla tassazione e alle accise, con un dipendente che costa alla ditta italiana quasi mille euro in più rispetto all’omologa impresa slovena». Il presidente della Provincia Enrico Gherghetta ha proposto la costituzione di una labour-belt, «una fascia confinaria tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, dove introdurre interventi in grado di armonizzare il costo del lavoro e la fiscalità per le imprese». Un’idea che ha trovato il consenso del sottosegretario Baretta.
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