Se sul versante sgravi contributivi Venezia è uscita sconfitta su tutto il fronte, su quello della Legge Speciale il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda di come si guardi la situazione. Per il sottosegretario del Pd Pier Paolo Baretta è un successo perché «rappresenta un importante segnale per la nostra città e per il territorio lagunare. Sono tutte somme destinate ad investimenti e quindi utili per migliorare il territorio». Sono 65 milioni in sette anni, dal 2016 al 2022: 5 milioni il primo anno e 10 ogni anno successivo. I partiti riuniti nel Patto del Todaro, promosso dal sindaco Brugnaro sotto all’omonima colonna di piazza San Marco (Forza Italia, NcdAlleanza Popolare, Lista Tosi, Sel e Pd), chiedevano 50 milioni di euro l’anno per il prossimo triennio, quindi sarebbero stati 150 milioni fino al 2018 compreso, mentre un’altra proposta del Pd da solo era di 13 milioni l’anno per più annualità. Da entrambi i punti di vista, insomma, il risultato ottenuto in Parlamento è sotto le attese. Anche l’altro parlamentare veneziano, però, si dice soddisfatto: il secondo sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Enrico Zanetti di Scelta Civica, afferma che «abbiamo fatto un buon lavoro grazie al supporto convinto di tutti i gruppi parlamentari, e chissà che anche nei prossimi anni non si riesca ad aggiungere qualcosa ai finanziamenti pluriennali già varati che sono poca cosa, ne siamo consapevoli, ma pur sempre meglio del niente toccato a tante altre situazioni complesse». 65 milioni, insomma, sono meglio di niente: per Baretta e Zanetti sono molto meglio, per gli altri che chiedevano di più, sono semplicemente meglio. Baretta aggiunge, tra l’altro, che sono stati, inoltre, «ripristinati gli stanziamenti per l’ufficio dell’Unesco di Venezia che erano stati tagliati». E spiega che il Governo ha pensato pure ai Comuni colpiti dal recente tornado (Dolo, Mira e Salzano): non ci sono soldi immediati ma «l’impegno del Parlamento ad inserirli nel fondo generale per le calamità costituito nella legge di stabilità e che prevede anche il rimborso ai privati». I 65 milioni sono destinati a investimenti sul territorio ma, conti alla mano, ne servirebbero molti di più, anche perché da anni la Legge Speciale pensata proprio per la salvaguardia di una città e di una laguna delicate come Venezia non ha buttato un centesimo, i miliardi sono andati tutti al Mose. E Zanetti, a questo proposito, ha ribadito che «in ogni caso, non mi stancherò mai di ripeterlo, Venezia non ripartirà mai basandosi solo su questi rabbocchi, ma soltanto se saprà darsi una autonomia progettuale forte sul lato delle entrate proprie, a cominciare da progetti come il city pass». Della tassa per entrare nel centro storico se ne parla da anni, e numerose sono le proposte più o meno concrete avanzate, magari questa sarà la volta buona per spingere verso provvedimenti che garantiscano una gestione più seria dei flussi turistici che ormai sono alluvioni, da terra, del centro storico. E.T.
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