Legge speciale, 25 milioni in tre anni. Baretta: “Un segnale importante per Venezia” (Nuova Venezia)

Venezia ritrova, con la nuova Legge di Stabilità che è approdata ieri in Parlamento, almeno il profumo dei fondi della Legge Speciale per Venezia ormai perduti. È infatti infine stato approvato nella commissione Bilancio della Camera l’emendamento bipartisan (tra i primi firmatari Martella, Brunetta, Mognato e Zoggia) che le regala per il prossimo anno cinque milioni di fondi una parte dei quali andranno però anche a Chioggia e a Cavallino per la manutenzione della città, legati appunto al rifinanziamenti della Legge Speciale. Previsti altri 10 milioni di euro nel 2017 e altri 10 nel 2018, ma l’impegno teorico del Governo per Venezia arriva sino al 2022. È la metà di quanto prevedeva l’emendamento iniziale, ma è comunque qualcosa. Importante sarà capire se per questi fondi sarà, come in passato, possibile attivare il meccanismo moltiplicatore dei mutui, per sei o per sette. «Questo stanziamento» commenta il sottosegretario veneziano all’Economia Pier Paolo Baretta «rappresenta un importante segnale per la nostra città e per il territorio lagunare. Sono tutte somme destinate ad investimenti e quindi utili per migliorare il territorio. Abbiamo, inoltre, ripristinato gli stanziamenti per l’ufficio dell’Unesco di Venezia che erano stati tagliati. Per i Comuni invece colpiti dal recente tornado (Dolo, Mira e Salzano) c’è l’impegno del Parlamento ad inserirli nel fondo generale per le calamità costituito nella legge di stabilità e che prevede anche il rimborso ai privati». Non si è riusciti infatti a far passare un emendamento specifico dedicato ai Comuni della Riviera del Brenta colpiti dal tornado di quest’estate, perché molte altre erano le richieste similari. Niente da fare anche per il ripristino del taglio del finanziamento dei fondi per il 2016 del terminal offshore, alcuni milioni di euro in meno del previsto. Ma è passato a livello nazionale un altro emendamento alla Legge di Stabilità che potrà aiutare anche il Comune di Venezia. È quello che prevede che gli oneri di urbanizzazione possano essere utilizzati per la metà anche per finanziare la spesa corrente e non solo per gli investimenti, e per un altro quarto per la manutenzione di verde e strade. Niente da fare invece ma si era saputo da subito per l’emendamento a cui teneva particolarmente il sindaco Luigi Brugnaro che prevedeva l’esclusione di Porto Marghera dai siti di interesse nazionale, per rendere così più agevole il meccanismo delle bonifiche. Si dovrà riprovare con un altro provvedimento. Rispetto ai problemi generali di costi e di bilancio del Comune di Venezia quello che arriva da Roma è comunque un “brodino” che ha almeno il merito di essere diluito nel tempo, contando su qualche risorsa in più. Comincerà ora nei prossimi mesi per Venezia un’altra “battaglia” parlamentare: quella per evitare le penalizzazioni economiche e sugli stipendi dei dipendenti per lo sforamento ormai certo anche nel 2015 per il terzo anno consecutivo del Patto di stabilità. Che dal prossimo anno sparirà nella forma attuale, ma che per quest’anno farà ancora sentire i suoi effetti, anche in negativo. Intanto il Comune fa conto e sta già inviando la domanda sul finanziamento previsto per le Città metropolitane per la sicurezza per il recupero delle zone periferiche. Ma bisognerà appunto presentare progetti specifici che vengano ritenuti meritevoli di finanziamento.

 

di Enrico Tantucci

2015-12-17T10:21:23+01:00 17 Dicembre 2015|In evidenza, News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.