“L’Italia non deve temere il ‘new normal’ cinese”

“Focus” del Sole24Ore – Intervista al sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta (a cura di Zhang Xiaoying, Chief editor di Economic daily group)

La crisi del debito greco ha causato un sacco di attenzione sulla situazione economica della zona euro. Il problema del debito Italiano non si può essere ottimisti; Chiedo, quali sono gli strumenti principali per risolvere la crisi del debito in Italia? Come valuta la sicurezza del sistema finanziario europeo?

Il debito pubblico italiano è molto pesante (il 133% del PIL, Prodotto Interno Lordo). Ma da quest’anno comincia a scendere. Ci sono due modi per risolvere il problema del debito; primo: far crescere la economia, ma ed è quello che stiamo facendo per arrivare, entro qualche anno, all’1,5% (oggi siamo all’1%). Il secondo è vendere parte del patrimonio pubblico, in particolare immobili, che vale ca 400 miliardi di euro. Dopo le difficoltà degli ultimi anni e le crisi delle banche oggi la situazione finanziaria europea è sotto controllo, molto per merito della Bce.

Attualmente l’economia in Italia è uscita dalla recessione, posso chiederle qual è la ragione principale della ripresa dell’economia italiana? E le riforme strutturali che tipo di ruolo hanno giocato? Quali sono le maggiori difficoltà?

Le ragioni della ripresa economica italiana sono due: fattori esterni (il basso prezzo del petrolio e la politica di sostegno della Bce) e le politiche del Governo italiano che fanno crescere la fiducia dei cittadini e degli imprenditori. Le riforme hanno avuto un ruolo decisivo, sia quelle economiche, che quelle che stanno cambiando la struttura dello Stato. La principale difficoltà è la incertezza, dopo sette anni di grave recessione, che ancora c’è nella società.

Il miglioramento della fiducia dei consumatori è un fattore importante per guidare la crescita economica. Per l’Italia, che cosa potrebbe effettivamente migliorare la fiducia dei consumatori?

La fiducia cresce se tutti fanno la loro parte! Se, cioè, la politica è seria e credibile; se gli imprenditori investono ed assumono; se le famiglie consumano, ma non sprecano. Ma i primi che devono dare l’esempio siamo noi: il Governo!

L’economia cinese è entrata in una “nuova normalità”, conosce la trasformazione della attuale modalità di crescita economica della Cina? Che tipo di impatto avrebbe effetto sugli scambi economici e commerciali tra la Cina e l’Italia da questa trasformazione?

Credo che la economia cinese stia vivendo una crisi da crescita. Negli anni scorsi è andata molto veloce, talvolta troppo; ed ora cerca un assetto più stabile. Ma è tutto il mondo che sta cercando con fatica un nuovo ordine globale. A questo dobbiamo pensare, tutti insieme!
Alcune conseguenze ci saranno per i paesi emergenti e coloro che esportano verso la Cina (per l’Europa penso soprattutto alla Germania). Anche l’Italia esporta in Cina, ma sono prodotti di alta gamma, grandi marchi del Made in Italy, che quindi reggono meglio di altri le turbolenze economiche.

Nel mese di marzo, l’Italia ha annunciato la sua volontà di diventare uno dei membri fondatori della banca d’investimenti in Asia, cosa ne pensa del ruolo futuro della banca d’investimenti asiatica e lo sviluppo economico e sociale del mondo? Cosa si aspetta?

Mi aspetto molto, perché la Banca di investimenti in Asia avrà un grande ruolo. L’Asia investirà , in pochi anni, 8000 miliardi di euro ed è quindi ovvio che i più importanti Paesi del mondo, tra cui l’Italia vogliano esserci.

Cina e Italia sono economie altamente complementari, e non vi è un significativo squilibrio nel commercio Sino-italiano e gli investimenti, che cosa farà l’Italia per attrarre maggiori investimenti dalla Cina?

Nei giorni scorsi i nostri governi hanno siglato un protocollo di intenti per sviluppare più intensi rapporti nel campo della ricerca, della innovazione, della cultura. L’Italia mette a disposizione degli investitori cinesi le proprie università, la qualità della nostra vita e lo spirito di collaborazione che c’è sempre stato tra i nostri due Paesi.

l’Italia, come membro del Gruppo Sette (G7), Costa pensa circa il rapporto tra economie sviluppate e l’economia della Cina?

Penso che la importanza che ha la Cina nella economia mondiale sia destinata a crescere ancora e che dunque si debba sviluppare un rapporto costante e costruttivo tra tutte le principali economie. Viviamo in un mondo unico; in poche ore ci spostiamo da un posto all’altro; ci parliamo direttamente ed in tempo reale. Cosa aspettiamo a lavorare tutti insieme per un futuro migliore? Ecco, la Cina, come l’Europa e l’Italia possono fare molto se lavorano insieme.

Il presidente Xi Jingping ha proposto una via una strada; la nuova via della seta è una nuova dinamica di cooperazione Asia-Europa. Signor Ministro, come veneziano, cosa ne pensa, se con la trasformazione della vecchia area industriale di Venezia può diventare la più importante città d’Europa, vale a dire il Centro europeo per la Via della Seta.

Sono molto favorevole a questa soluzione. Venezia, per la sua storia, che ci accomuna da 1000 anni; per la sua posizione geografica, che col suo porto ed aeroporto è un ponte tra Asia ed Europa; per la sua indiscutibile bellezza artistica, è il terminale ideale della via della seta. Ringrazio il Presidente Xi Jingping di aver lanciato questa proposta e l’Italia e Venezia sono pronte, assieme al governo e agli investitori cinesi, a realizzarla.

2015-12-09T11:35:32+01:00 9 Dicembre 2015|News, Rassegna stampa|

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