In arrivo i tagli temuti – dopo quelli già attuati negli scorsi anni – da parte del Governo all’ufficio Unesco di Venezia, come prevede la Legge di Stabilità che sta per iniziare il suo percorso parlamentare. Lo conferma il sottosegretario veneziano dell’Economia Pier Paolo Baretta, che da tempo segue con preoccupazione i rischi di un ridimensionamento dell’ufficio veneziano. «Per il 2016 i tagli potrebbero essere evitati» spiega Baretta «ma dai prossimi anni i tagli dei fondi alla sede veneziana dovrebbero essere di 100 mila euro l’anno. Cercheremo di fare in nodo che rientrino nel percorso parlamentare della Legge di Stabilità, ma al momento ci sono». L’Ufficio Unesco di Venezia è così sempre più in pericolo e con lui il prezioso ruolo di raccordo che svolge da oltre quarant’anni nei confronti dei Comitati privati di salvaguardia per orientare i loro finanziamenti sui restauro del patrimonio artistico e architettonico della città. Se ne parla già da tempo, in considerazione del dimezzamento dei fondi previsti già in precedenza dal Ministero degli Esteri a favore dell’istituzione, che sempre in base alla Legge di Stabilità sono già scesi da un milione e 300 mila a 650 mila euro all’anno. Oltre all’Ufficio di Venezia, a Perugia ha sede l’agenzia internazionale dell’Unesco che elabora ogni anno il rapporto internazionale sulla situazione delle acque del pianeta. Esiste poi un centro studi internazionale dell’Unesco a Trieste, di carattere scientifico. E a Venezia, appunto, l’Ufficio Unesco Roste, l’unico ufficio territoriale in Europa dell’organismo, che si occupa dei rapporti con i Paesi dell’Est europeo e, appunto, della salvaguardia di Venezia in accordo con i Comitati Privati. L’ufficio ha sede a Palazzo Zorzi, magnifico palazzo rinascimentale – su disegno di Mauro Codussi – del Comune, che lo ha messo a disposizione e che lo collocherebbe di certo subito sul mercato se l’Unesco dovesse emigrare. I nuovi tagli della Legge di Stabilità riguarderebbero in particolare proprio l’Unesco di Venezia. Qualche mese fa, in occasione della loro assemblea annuale, erano stati gli stessi Comitati privati a lanciare una pubblica raccomandazione al Governo italiano sul dimezzamento dei fondi all’Unesco che potrebbe portare – scrivevano – a «un drastico ridimensionamento dell’Ufficio Unesco di Venezia». «Si ricorda», scrivevano i Comitati, «che la collaborazione Unesco – Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia ha portato, nel corso di quasi 50 anni, al compimento di 717 restauri». (e.t.)
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