Di fronte a problemi complicati quale l’immigrazione, o a tragedie come quella che ha colpito la Riviera del Brenta, i cittadini si aspettano che le Istituzioni si uniscano, indipendentemente dalle opinioni politiche, e lavorino sodo, insieme, per risolvere i problemi. Invece, c’è sempre chi la butta in polemica, divide il fronte, scarica responsabilità, si atteggia a vittima. È quanto fanno quotidianamente i capi della Regione Veneto. Così l’opinione pubblica pensa che i politici sono sempre uguali, tutti: arruffoni e interessati solo alle loro beghe.
Prendiamo l’immigrazione. È evidente che siamo in difficoltà come Paese, almeno da quando Maroni firmò quegli accordi che oggi scaricano tutto il problema dentro l’Italia. Il sindaco Brugnaro ha proposto una conferenza internazionale, da tenersi a Venezia con Junker e Renzi. È una buona idea. Ma perché abbia successo dovremo presentarci uniti come Paese togliendo di mezzo soluzioni estreme (accoglienza senza limiti o respingimento totale) e faccendone un caso internazionale. A fronte della nostra esemplare condotta umanitaria proponiamo un piano Marshall verso i Paesi di origine in cambio di una contrazione delle partenze ed una apertura europea a quote temporanee di ingresso dall’Italia. Nel frattempo, è evidente che è un errore inserire a freddo nelle comunità locali gli immigrati che sono certamente disponibili a soluzioni anche di emergenza (caserme o tendopoli). È questo il livello proposto da Zaia o Ciambetti? Purtroppo no.
Veniamo alla disgrazia in Riviera. Che senso ha sparare informazioni sbagliate solo per fare polemica? Il Governo decide subito lo stato di emergenza, accogliendo la richiesta della Regione, ma Zaia si premura di dire che è solo un atto dovuto. Inoltre, come Ciambetti sa, il Governo decide i primi stanziamenti sulla base di un decreto della Protezione civile che stabilisce la cifra. Io stesso ho dichiarato che si trattava solo di un primo intervento. Perché definirla “elemosina” offendendo più che il Governo i cittadini che in pochi giorni hanno sgombrato macerie e ricostruito tetti. Nello stesso giorno abbiamo sbloccato il patto di Stabilità per 7,5 milioni, come hanno chiesto i sindaci, e Zaia corre a dire “sono soldi nostri”. Eppure sa bene che per sbloccare soldi risparmiati dagli enti locali lo Stato deve “coprirli” con una cifra analoga nel bilancio statale, altrimenti si violano le regole europee. Saranno regole stupide, ma finché non vengono cambiate, come anche Renzi chiede, sono quelle.
Vengo così al punto forse più clamoroso del ragionamento che Ciambetti sviluppa nel suo articolo sul Gazzettino di domenica: i veneti sono vittime. No, i Veneti sono protagonisti. Viviamo in una delle aree più produttive e ricche d’Europa. È nota la nostra capacità imprenditoriale e la laboriosità; siamo leader nell’export e nel Made in Italy; siamo la prima Regione d’Italia per flussi turistici; la solidarietà dei Veneti offusca, per fortuna, gli episodi di Quinto. Insomma, dovremo chiedere di contare di più a Roma e sono anni che, invece, ci viene proposto uno sterile indipendentismo, si favorisce un controproducente isolamento, si agita un perdente vittimismo. La forza del Veneto non la si valorizza e non la si rappresenta continuando a dire che siamo poveri e maltrattati. La dignità e il coraggio dei Veneti meritano altro: un progetto ed una classe dirigente. Oltre questo clima da campagna elettorale continua…
Pier Paolo Baretta
Da tanto tempo non leggevo un discorso così pratico, pieno di buon senso e di proposte e soprattuto comprensibile anche da chi non pratica il “politichese”.Spero la leggano in tanti sottosegretario Baretta.