PD, un candidato e 4 errori (Il Gazzettino)

“Una sconfitta netta, dura e dolorosa. Più difficile da digerire di quella, già pur pesantissima, delle regionali del Veneto. Ma i numeri sono chiari ed indicano, prima di tutto, una crisi profonda di rappresentanza del centro sinistra misurata dalla bassa percentuale dei votanti (responsabilità soprattutto del nostro campo) e dal risultato del ballottaggio perdente in tutte le municipalità.

Abbiamo dato vita ad uno schieramento Pd, Sel, e altre formazioni di sinistra, lasciando – con disinvoltura e talora con soddisfazione – che partiti e formazioni con le quali abbiamo governato insieme per anni Venezia (con coalizioni più ampie di quella che sostiene il governo nazionale!) se ne andassero. È stato il primo grave errore di questa lunga storia. Le primarie lo hanno consacrato creando una illusione ottica. Non è una questione solo di numeri, ma di messaggio. In politica non ci sono spazi vuoti e, soprattutto, dopo la vittoria di Casson alle primarie (candidato autorevole, integerrimo ed esperto, ma ben caratterizzato) bisognava coprire quei buchi, parlare soprattutto a quei cittadini (siano essi … moderati? riformisti? cattolici? Si, ma prima di tutto: cittadini!). Lo sforzo personale di Casson per togliersi di dosso la maglietta del “no” c’è stato e gli va riconosciuto (come va riconosciuto l’equilibrio di Bettin), ma non poteva bastare. Non era sbagliato il protagonista, era sbagliato il copione!
In più (ed ecco il secondo errore!), confidando che lo scandalo Mose fungesse da lavacro riparatore, non si è colto quel che stava succedendo in città, che chiedeva, al tempo stesso, discontinuità e normalità. Discontinuità non rispetto alla giunta uscente, ma al sistema di potere, non per forza di malaffare, dei partiti; Pd compreso. Normalità nel senso di una politica propositiva e … confidenziale; non arroccata!
La scelta di una lista civica del candidato sindaco è stata giusta, ma si è posta in competizione con quella del partito (questo il terzo errore!) raccogliendo i voti nello stesso bacino; tant’è che autorevoli esponenti del Pd sono entrati nella lista Casson e non in quella del partito.
Infine, il Pd, intimorito dal suo stesso candidato ed evaporata la sua rappresentanza storica non è stato in grado di portare il vento nazionale in Laguna (ci hanno provato Molina alle primarie e Ferrazzi nella lista, ma non poteva bastare). Così, invece di respirare a pieni polmoni e tirare la volata, si è afflosciato.
E ora? Per quanto riguarda gli sconfitti (cioè noi!) si riparte da zero. Linee politiche e gruppi dirigenti.
Per quanto riguarda il vincitore a lui la scelta: o si chiude in quella coalizione di destra che lo ha sostenuto, ma che da sola non gli ha assicurato la vittoria, in tal caso si aspetti una opposizione senza mediazioni; o metta in pratica quella autonomia ed apertura che ha sempre predicato e rivendicato anche subito dopo il voto. Se così fosse avrà una opposizione in grado di guardare senza pregiudizi al bene della nostra città.”
Pier Paolo Baretta

2015-06-16T10:09:50+02:00 16 Giugno 2015|In evidenza, News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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