VENEZIA «La destra si è compattata come previsto, alla faccia di chi diceva che faceva l’accordo solo con i cittadini». Felice Casson perde meno di trenta secondi a commentare l’accordo in casa centrodestra che riporta il ballottaggio del prossimo 14 giugno ad uno schema classico di centrodestra contro centrosinistra. Il resto del tempo lo impiega a spiegare che ieri è tornato da Roma con buone notizie per il bilancio di Venezia: il decreto enti locali che martedì andrà in Consiglio dei Ministri toglierà parecchie castagne dal fuoco al prossimo sindaco di Venezia. Ha anche parlato con i parlamentari Cinque Stelle («ma alla luce del sole, accordi sottobanco non ne faccio e il mio appello ai cittadini si vede su Facebook») ma il dialogo più fattivo è quello con i segretari di circolo del Pd: c’è da mettere a punto i dettagli della campagna elettorale. «Bisogna lavorare intensamente per non dare città al centrodestra – spiega Sandro Simionato – Brugnaro, al di là degli slogan, è di centrodestra». A proposito: il senatore specifica di non aver favorito alla regione un candidato o l’altro ma di contare per il futuro sugli eletti Francesca Zottis e Bruno Pigozzo per portare a palazzo Ferro Fini la voce di Venezia, capoluogo che non avrà rappresentanza in consiglio regionale. Da ieri, la campagna si fa ai mercati, per strade e calli, tra i cittadini affaticati da una comunicazione politica troppo umorale. Casson lavora anche sul fronte romano col Governo. «E’ confermato l’inserimento all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri del decreto sugli enti locali – riferisce – La norma farà arrivare a Venezia i 7 milioni di alleggerimento delle sanzioni che permetteranno il pagamento dei salari e il mantenimento dei servizi come gli asili». Il decreto permette anche dell’altro, aggiunge il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta. «Si potranno confermare i lavoratori a tempo determinato che rischiano il posto e ricontrattare i mutui a vantaggio dell’ente locale – spiega – Un complesso di norme che alleggerisce i pesanti effetti del patto: il caso della città lagunare è stato valutato nel costruire questa norma che vale per tutte le città in difficoltà». «Un passo di emergenza per dare una boccata d’ossigeno ai conti: mi sembrava doveroso far intervenire il governo», spiega Casson. Che ha altre proposte: autonomia fiscale, legge speciale rinnovata, il porto franco a Porto Marghera, le bonifiche. «Ma sono legate alla mia elezione a sindaco», sorride.
Mo.Zi.
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