Pur essendo entrambi veneziani non ho mai avuto l’occasione di conoscere personalmente Arrigo Cipriani, che stimo per il contributo che ha dato e dà alla nostra città. Ho trovato superficiale – e me ne dispiace – il suo intervento nel quale mi “onora” di citazioni (a sproposito!) e di epiteti … forti.
Innanzi tutto, non mi sfugge il problema dello svuotamento della città, che si affronta con la nascita di imprese ed attività economiche; ma, anche, con una politica dell’offerta residenziale sapendo, però, che i costi travalicano le possibilità finanziarie di famiglie “normali”.
A questa priorità si aggiunge la valorizzazione del patrimonio pubblico, che necessita di una manutenzione straordinaria e di progetti speciali. Penso all’area che va da Sant’Elena al lido, passando per la Certosa e l’idroscalo. Sostanzialmente la porta di mare a Venezia. Ma penso anche al Padiglione Aquae posto al centro di un’area che va fino al Vega, a forte Marghera e al nuovo distretto universitario di via Torino. Con Marghera, Mestre e la città metropolitana alle spalle. Potremo definirla la porta di terra alla più bella … isola pedonale del mondo. Senza trascurare il cosiddetto quadrante di Tessera, cioè la porta d’aria, che, però, non è solo aeroporto, ma comprende Altino, che è un importantissimo e non valorizzato sito archeologico, parte integrante della laguna Nord e delle sue isole. Penso, ancora, che dobbiamo batterci, noi veneziani, perché non chiuda la sede dell’Unesco, ma anche per ottenerne che Venezia sia riconosciuta come la “capitale” mondiale dell’acqua, a cominciare dal trasferimento, qui, della Agenzia Europea.
Le idee ed i progetti, dunque, non mancano, per rendere viva e moderna l’intera città.
Tramontate le risorse della Legge Speciale il bilancio del Comune è in crisi e dobbiamo pensare a nuove risorse pubbliche e private per mantenere, gestire e sviluppare questa complessa area. Per questo ho proposto una compartecipazione all’IVA più favorevole per Venezia. Non è la sola proposta sulla quale lavorare: Felice Casson nel suo programma propone una zona franca.
In questo complesso di idee e proposte si inserisce la discussione sui flussi turistici. Francamente non mi sono mai sognato di proporre un biglietto di ingresso alla intera città (tantomeno dal ponte degli Scalzi a – non mi sfugge il punto – Calle Vallaresso…); sarebbe, a mio avviso incostituzionale e alternativo alla strategia di Venezia città viva. Il tema che ho posto è come ripensare al meglio l’utilizzo del cuore della città, cioè Piazza San Marco. Si entra in Piazza gratis, ma per accedere anche solo al cortile di Palazzo Ducale si paga e per salire al Campanile pure, così al Correr… Va bene così? Non piace quello che dico io? Cerchiamo altre soluzioni che consentano alla città di disporre di risorse proprie, senza dipendere soltanto dalle tasse agli abitanti o da Roma. Ho letto in questi giorni la proposta dei 4 varchi e, sappiamo, che ce ne sono altre. A Roma si sta ragionando sul complesso dei fori Imperiali comprendendo il Colosseo. Quello che intendo dire è che la questione dei flussi va discussa e decisa con proposte; non esorcizzata con polemiche che portano al classico risultato veneziano: l’immobilismo. Per dire, in definitiva, ad Arrigo Cipriani, che argomenti su cui discutere nel merito ce ne sono, senza insulti e sbrigative ramanzine.
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