VENEZIA All’alba di martedì il Governo decide finalmente di salvare Venezia. La maratona notturna della Commissione Bilancio sul decreto Milleproroghe ha prodotto proprio in extremis il risultato sperato, ma che sembrava ormai appeso a un filo: la presentazione del sospirato emendamento che mette il riparo il Comune da buona parte delle sanzioni previste per lo sforamento del Patto di Stabilità 2014. A presentarlo però non il Governo, con il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che fino all’ultimo era contrario, ma i due relatori del Milleproroghe, Maibo Marchi (Pd) e Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), con l’appoggio, però, di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione che per una volta hanno fatto squadra. E alla fine anche la Boschi si è arresa e ha dato l’agognato parere favorevole del Governo all’emendamento. Poteva finire molto peggio – sino all’ultimo si è temuto che l’emendamento pro Venezia non passasse – ma le serrate trattative notturne durante le varie interruzioni delle Commissioni hanno alla fine prodotto il risultato sperato, dopo che nelle ultime ore le pressioni sul premier Matteo Renzi – a lungo contrario – per dare il via libera al provvedimento si erano intensificate, coinvolgendo oltre ai due sottosegretari veneziani all’Economia Pier Paolo Baretta ed Enrico Zanetti, molti parlamentari del Pd e i vertici sindacali, con lo stesso commissario straordinario Vittorio Zappalorto che aveva già sottolineato al Governo che lo aveva nominato che il provvedimento pro Venezia non fosse una regalìa, ma in qualche modo anche un fatto di giustizia. «La presidenza del Consiglio – spiega Baretta – temeva che l’emendamento per limitare le sanzioni per lo sforamento del Patto di Stabilità del Comune di Venezia, diventasse una sorta di “autostrada” in cui molti altri Comuni inadempienti avrebbe potuto cercare di infilarsi, ma alla fine ha recepito come il Salva Venezia fosse invece legato ai meccanismni di calcolo dei fondi della Legge Speciale per Venezia, che riguardano solo la nostra città. L’altra condizione posta era che il provvedimento per Venezia fosse condiviso da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, e abbiamo lavorato a lungo per arrivare a questo risultato, alla fine centrato. Non ho mai smesso – nemmeno in questi giorni quando troppi davano per persa la battaglia e si accontentavano di fare polemiche preventive (il riferimento è forse alle dichiarazioni polemiche dell’ex sindaco Massimo Cacciari ndr)- di lavorare per convincere Governo e Parlamento della giustezza di questa causa». E il sottosegretario Zanetti ha scritto su Facebook all’alba: «Ore 4.03: dopo giornate (e una nottata) di tira e molla, viene votato in Commissione l’emendamento “Salva Venezia”. Risultato non banale e non scontato. Dedica sentita e sincera per i dipendenti del Comune e le loro famiglie. Dedica meno sentita e meno sincera per Massimo Cacciari che ha perso l’ennesima occasione di contare fino a dieci prima di parlare». «Abbiamo ottenuto con la nostra mobilitazione, con i presìdi, con le nostre pressioni ed iniziative un primo, importante risultato che allontana l’emergenza più grave: quella della riduzione immediata del salario, dell’occupazione e dei servizi» scrive Sergio Chiloiro (Cgil Funzione Pubblica). Perché la mobilitazione dei comunali e dei sindacati con l’occupazione di Ca’ Farsetti ha fornito la spinta perché, anche a Roma – più che a Venezia – i partiti si dessero una mossa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Scrivi un commento