VENEZIA Decreto Milleproroghe all’ultimo minuto, per quanto riguarda il sospirato emendamento del Governo che metterebbe al sicuro anche quest’anno le retribuzioni dei dipendenti del Comune di Venezia, almeno per gli effetti negativi dello sforamento del Patto di Stabilità. Si allungano infatti i tempi di conversione in legge del decreto che dovrebbe essere all’esame della Camera – con il suo carico di circa mille emendamenti – dal 13 febbraio e poi dovrebbe arrivare dopo il 20 al Senato «blindato» e in tempo per essere approvato prima della sua scadenza, il primo marzo. Ma l’emendamento Salva Venezia non è stato ancora presentato dal Governo. «L’emendamento non è stato presentato – conferma il parlamentare veneziano Andrea Martella – però è stato annunciato e il Governo può presentarlo in qualsiasi momento del suo esame, prima dell’approvazione». A giocare a favore della sua presentazione da parte del Governo c’è l’impegno preso dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio con il commissario straordinario del Comune Vittorio Zappalorto e in particolare quello personale del sottosegretario all’Economia, il veneziano Pier Paolo Baretta, con l’emendamento che avrebbe già passato il vaglio della Ragioneria. L’unico elemento negativo è che il decreto Milleproroghe – in cui sarebbe inserito – è basato, appunto, sulla proroga di provvedimenti già presi. E non è scontato far passare una misura straordinaria come la depenalizzazione dallo sforamento del Patto di Stabilità 2014, come una proroga di un’altra misura straordinaria come la stessa agevolazione adottata nel 2013 dal Comune di Venezia con la Giunta Orsoni, ma con un altro provvedimento, il decreto legge sugli enti locali che conteneva anche il cosiddetto Salva Roma. Se il Milleproroghe non dovesse contenere la misura proVenezia sarebbe per il Comune e i suoi dipendenti una catastrofe, come hanno più volte detto i sindacati nelle ultime settimane. Ma tempi amari si preparano comunque con la decisione di Zappalorto di tagliare comunque, per il 2015, la retribuzione accessoria dei dipendenti comunali, per le note difficoltà di bilancio, mettendo a disposizione, per ora, solo un milione e mezzo di euro dei 9 milioni che costa attualmente questa parte dello stipendio del personale di Ca’ Farsetti. Su questa base i sindacati non intendono neppure aprire le trattative – e il nuovo stato di agitazione è già stato proclamato – e la speranza arriva ancora una volta dal Governo, dal piano ristrutturazione pluriennale (di almeno quattro anni) che Zappalorto vorrebbe farsi approvare per ripianare così il pesante deficit attuale di Ca’ Farsetti in più annualità. Anche su di esso si attende una risposta che dovrebbe arrivare entro la metà di questo mese. Sperando sia positiva.
Enrico Tantucci
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