Il governo si è preso quindici giorni di tempo per decidere. Nel frattempo Ca’ farsetti aspetta e spera che il Salva Venezia bis vada in porto, anche se quest’anno quello che chiede e ha preparato Venezia è molto più articolato e comprende un piano di rientro pluriennale con tanto di norma ad hoc. Il governo vuole studiare la situazione economica del Comune,i tagli in arrivo e gli stanziamenti prima di prendere impegni con il commissario Vittorio Zappalorto che ieri ha incontrato i rappresentanti (il segretario generale e la segreteria tecnica) della presidenza del Consiglio. «Il commissario ha presentato una situazione molto difficile e complicata — dice il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta —. Ci siamo impegnati a studiarla ed approfondirla e risentirci tra due settimane». L’amministrazione è arrivata a Palazzo Chigi con una relazione dettagliata sullo stato finanziario del Comune, che comprende i 60 milioni di euro di sforamento del Patto di stabilità (compresi i 10 di pagamenti già fatti alle imprese creditrici), i 10 ancora da liquidare, i debiti con le società (5,5 milioni con Ames), la crisi del Casinò. In tutto, 95 milioni di rosso che ieri Zappalorto ha proposto di sistemare con un piano di rientro finanziario spalmato su più anni. «E’ stata riconosciuta la serietà della proposta, siamo fiduciosi, adesso vedremo se la norma che abbiamo preparato sarà mantenuta così o verrà modificata», spiega il commissario. «Reitereremo il “Salva Venezia” nell’ambito del decreto Milleproroghe — spiega Baretta — l’intervento di emergenza è garantito, sulle terapie di cura serve un approfondimento». L’amministrazione è comunque soddisfatta dell’esito dell’incontro. «L’attenzione c’è, lo prova anche l’incontro durato più di un’ora e mezza», sottolinea il direttore generale del Comune Marco Agostini. L’incontro con i sottosegretari non ha invece diminuito le preoccupazioni dei sindacati che però lunedì prossimo durante l’assemblea potranno rassicurare i lavoratori: il Salva Venezia sarà identico a quello del 2014 e le sanzioni sugli stipendi saranno cancellate. «Aspettiamo la verifica del governo — spiegano Mario Ragno (Uil) e Sergio Chiloiro (Cgil) — è giusto, non ci aspettavamo che l’esecutivo agisse diversamente». In sostanza Roma non metterà un euro, ma, dopo aver valutato la relazione del Comune, potrebbe sostenere l’amministrazione con norme per evitare il crack finanziario. Dice Chiloiro: «Va capito quale struttura normativa va usata, se serve cioè un decreto specifico ma soprattutto chi farà le scelte sul futuro della città». Per la Cgil il commissario dovrebbe istruire la pratica e lasciarla in eredità alla futura giunta perché si tratta di scelte squisitamente politiche. Lunedì prossimo gli oltre tremila comunali saranno aggiornati sulle novità anche se i sindacati non potranno fornire indicazioni precise. La riunione tra rappresentanti dei lavoratori e Comune è infatti fissata per martedì, se il commissario accetta di ripristinare tutti i progetti, compreso quello dei vigili, fino a luglio, parte la trattativa, in caso contrario riprenderanno le proteste.
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