Dipendenti comunali «salvi» almeno fino a marzo grazie al decreto Milleproroghe, senza tagli ulteriori alla parte variabile dello stipendio per effetto dello sforamento del Patto di stabilità 2014 da parte del Comune di Venezia. Dall’incontro di ieri a Roma alla Presidenza del consiglio del commissario straordinario Vittorio Zappalorto proprio per discutere del caso Venezia, è arrivata una prima risposta positiva. Il governo – come ha spiegato il segretario alla Presidenza del Consiglio, che faceva le veci del sottosegretario Graziano Del Rio, assistito anche dai due sottosegretari veneziani al Ministero dell’Economia Enrico Zanetti e Pier Paolo Baretta – si è infatti impegnato a inserire un emendamento pro-Venezia nel Decreto Milleproroghe che dovrebbe essere approvato alla Camera all’inizio di febbraio. Si tratterà, in sostanza, di una proroga dell’attenuazione delle sanzioni per lo sforamento del Patto, che il Governo aveva già concesso lo scorso anno alla Giunta Orsoni, quando si sforò il Patto di Stabilità del 2013. Gli stipendi, dunque, per ora non si toccano e le assunzioni sono nuovamente possibili, ma resta il 3 per cento di minori trasferimenti statali nel 2015 al Comune di Venezia per lo sforamento del Patto 2014: tra i 17 e i 18 milioni di euro in meno, visto che lo sforamento del Patto è stato di una sessantina di milioni di euro. Resta, pertanto, in tutta la sua drammaticità, il problema del bilancio del 2015, con Ca’ Farsetti «sotto» di almeno 50 milioni di euro sul fronte della spesa corrente e per il quale anche ieri Zappalorto ha presentato le carte al Governo, chiedendo appunto un piano di rientro pluriennale dal deficit del Comune che ne eviti il pre-dissesto e che non costringa Zappalorto a tagliare nuovamente la retribuzione dei comunali. Su questo il Governo si è riservato di studiare appunto con attenzione le carte e la gravità del problema, come spiega anche il sottosegretario Pier Paolo Baretta. «Il Governo darà una prima risposta affrontando l’emergenza legata allo sforamento del Patto di Stabilità e ai suoi effetti negativi» spiega l’onorevole Baretta «e adesso studierà con attenzione la documentazione fornitaci dal commissario Zappalorto per valutare come sia possibile intervenire per il bilancio 2015 del Comune. Ci rivedremo tra due settimane con il commissario proprio per valutare la situazione. Il piano di rientro pluriennale dal deficit è una possibilità, ma va valutato lo strumento legislativo con cui eventualmente attuarla. Misure come la ricontrattazione dei mutui del Comune o l’attenuazione del Patto di Stabilità sono ad esempio misure già possibili con la normativa attuale, se il Governo è appunto d’accordo. Per altre che pure Venezia ci chiede e che riguardano maggiore libertà nell’amministrazione e nell’uso delle sue risorse, servirebbe invece un vero e proprio decreto legge a favore della città, che richiederebbe necessariamente tempi un po’ più lunghi. Ma il Governo è disposto a valutarlo, se la situazione del bilancio del Comune di Venezia abbia effettivamente la gravità che ci è stata descritta». L’adozione di un piano di rientro pluriennale dal suo deficit, consentirebbe ad esempio al Comune di Venezia di utilizzare anche sul fronte della spesa corrente – cosa oggi impossibile – anche eventuali entrate derivanti da vendite immobiliari che l’amministrazione intenda ancora attuare. E l’impressione è che sarà con Zappalorto che si imposterà il piano, ma sarà con il nuovo sindaco della città che si attueranno le scelte politiche conseguenti.
di Enrico Tantucci
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