VENEZIA In arrivo un «Salva Venezia bis» ma non nella Legge di stabilità in approvazione nella notte a Palazzo Madama, l’emendamento dovrebbe inserito come l’anno scorso nel decreto «Milleproroghe», in discussione dopo Natale in Parlamento. Ieri gli emendamenti dei senatori veneziani non sono stati nemmeno discussi, il governo ha posto la fiducia alla e predisposto un suo maxiemendamento che — spiegano i sottosegretari a Economia e Finanza Enrico Zanetti e Pier Paolo Baretta — non poteva affrontare un’uscita dal Patto ancora non formalizzata. L’esecutivo in realtà avrebbe potuto far suo l’emendamento sul rifinanziamento della Legge speciale con 50 milioni di euro l’anno fino al 2016, ma non cè stata la vol,ontà di farlo. «Lunedì siamo a Roma dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Graziano Delrio — dice il direttore generale Marco Agostini — per noi entrambe le ipotesi (Salva Venezia bis e Legge speciale, ndr ) potrebbero essere praticabili».
Anche Zanetti e Baretta parteciperanno alla riunione. «C’è la volontà di trovare una soluzione», dice Zanetti. Aggiunge Baretta: «Agiremo sul Milleproroghe, la Legge speciale va rifinanziata, esistono proposte alla Camere e in Senato su cui lavorare durante l’anno». Intanto, la Venezia dell’economia e del lavoro si mobilita. La Fondazione Gianni Pellicani assieme ad associazioni di categoria e sindacati hanno firmato l’appello «Cambiare il Patto di stabilità per Venezia, subito». Tutti, Cgil, Cisl, Uil, Camera di commercio, Ava, Aepe, Ascom, Confesercenti, Cna, Cgia, Confartigianato, Apindustria e Confindustria, hanno fatto quadrato per salvare la città dal tracollo. Hanno aderito anche l’ex assessore Gianfranco Bettin, gli ex consiglieri Sebastiano Bonzio (Prc) e Cesare Campa (Fi), il presidente della Municipalità di Mestre Massimo Venturini e Sel. «Il bilancio del Comune è in pareggio, ciò nonostante si esce dal Patto — precisa Nicola Pellicani, segretario della Fondazione —. Le sanzioni penalizzeranno tutta la città metropolitana, chiediamo equità per Venezia, non favori». L’obiettivo dell’appello, già spedito al presidente Giorgio Napolitano e al premier Matteo Renzi, è di ottenere una revisione delle regole, estromettendo dai conteggi dei vincoli i fondi di Legge speciale, Casinò e trasporto pubblico.
«La specificità di Venezia da ricchezza è diventata un problema», dicono i firmatari. C’è però anche un problema di tagli statali. «Tra il 2011 e il 2014 abbiamo perso il 66 per cento di trasferimenti quando la media nazionale è del 43», dice Paolo Zabeo, direttore di Cgia. Il governo verso il Salva Venezia bis Categorie e sindacati: appello a Roma«I dati di Forbes mostrano che Venezia è la terza città d’Italia per Pil lordo — aggiunge Venturini — ma è il primo contribuente d’Italia». Servono dunque soluzioni strutturali e un atto d’orgoglio della città: «Servirebbe uno sciopero generale di Venezia», propone Bettin. L’ex vicesindaco Sandro Simionato plaude all’iniziativa: «È un segnale importante — commenta —. Anche il commissario è in difficoltà, segno che non eravamo alieni quando protestavamo sul patto». Simionato lancia però un attacco al sottosegretario Zanetti: «Mi fa piacere che ora comprenda dopo aver sparato contro il Comune». L’ex assessore Ugo Bergamo è in co ntatto con il ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti: «Serve un atto di equità a fronte».
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