«La richiesta di scioglimento del Consorzio Venezia Nuova», dice il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, «è la comprensibile conclusione di una incredibile quanto dolorosa vicenda. L’importante è adesso che l’opera sia conclusa e che si decida al più presto come sarà gestita e da chi».
VENEZIA- «È un segnale grave. Anche perché conosciamo la professionalità e lo scrupolo con cui lavora il dottor Cantone. Evidentemente ha raccolto nuovi elementi su cui far luce». Il senatore del Pd Felice Casson è un ex magistrato. Conosce bene il presidente dell’Autorità contro la corruzione. E meno di un mese fa aveva partecipato con lui a un dibattito sull’argomento a Marghera. «Ne avevamo parlato a lungo, poi lui aveva visitato la sede del Consorzio Venezia Nuova e fatto visita alla Procura. Evidentemente ha acquisito dati e notizie importanti che lo hanno portato a questa decisione». Un atto importante, che cambia il corso della politica della salvaguardia. Anche se l’Ufficio dell’Autorità ha precisato in serata che «il commissariamento non significa bloccare i lavori dell’opera e che anzi, il commissario è tenuuto ad assicurarne il completamento». «È la prima volta che si prende un prvvedimento del genere», continua Casson, «e adesso una volta di più è dimostrato che bisogna cambiare totalmente, anche gli uomini. E continuare la verifica avviata dalla magistratura negli ambienti politici e parapolitici». «Bene, bene, sono molto soddisfatto», commenta il segretario provinciale del Pd Marco Stradiotto, «c’era bisogno di una svolta su questa vicenda, come c’è bisogno di rinnovamento». «La richiesta di scioglimento del Consorzio Venezia Nuova», dice il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, «è la comprensibile conclusione di una incredibile quanto dolorosa vicenda. L’importante è adesso che l’opera sia conclusa e che si decida al più presto come sarà gestita e da chi». «Finalmente», commenta Gianfranco Bettin, «il Consorzio Venezia Nuova e il suo sistema di potere è esso stesso lo scandalo. Che non nasce da qualche mela marciama da procedure particolari, da posizioni di privilegio e di esclusiva, da risorse enormi e fuori controllo, da un predominio che si è giovato di politici, manager, imprenditori, opinion makers. Tagliare la testa del drago che ha stretto le sue spire e avvelentao con i suoi morsi politica, economia e società è un nuovo importante passo per cominciare a far pulizia e cambiare davvero». «Un segnale forte e molto eloquente», commenta Renato Boraso, ex consigliere comunale e ora candidato sindaco per la lista civica, «sappiamo che il Consorzio è formato solo da alcune imprese che hanno fatto il bvello e il cattivo tempo nella nostra provincia e nella nostra regione non solo conil Mose ma anche con le strade, i depuratori, gli ospedali, il tram. Quella sera a Marghera ho detto a Cantone che era ora di applicare il Daspo a questi soggetti. L’ha fatto, e speriamo che non sia solo grazie alle inchieste giornalistiche». E adesso è la volta degli industriali. «Chiederò a Condindustria», continua Boraso, di espellere tutte quelle imprese che negli ultimi anni hanno partecipato al banchetto, e hanno concorso a creare una vera voragine morale. Adesso è ora di andare fino in fondo».
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