«L’Enel va convocata immediatamente. Solleciterò personalmente la presidenza del Consiglio dei ministri. E una identica iniziativa auspico sia assunta dalla Regione». Parole del sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, dopo un incontro, ieri, con il sindaco di Porto Tolle, Claudio Bellan, all’indomani della comunicazione del colosso elettrico, a sindacati e al Comune del Delta, della rinuncia al progetto di conversione a carbone della centrale termoelettrica. La centrale a olio combustibile, ormai spenta e non riattivabile nemmeno nelle emergenze, non sarà riconvertita; e il Veneto perderà gli investimenti per 2,5 miliardi sul progetto, dei quali erano certi fino a pochi mesi fa ministri del precedente governo, come Flavio Zanonato.
Baretta parla di «decisione grave se resta solo la chiusura e la rinuncia alla centrale a carbone». «Penso – ha aggiunto – che tutti debbano cogliere l’occasione per costringere l’Enel a fare nuove forme di investimento; quella è una zona ad alto impatto ambientale e turistico e va rivalutata. Il contributo delle grandi imprese nazionali come l’Enel non deve essere la fuga ma il coinvolgimento in un grande progetto di rilancio». Il sindaco Bellan, per parte sua, non usa mezzi termini nel sostenere che «la politica, in generale, si è scordata di Porto Tolle, così come, allo stesso modo, adesso non si vedono più gli ambientalisti che per anni si sono opposti al progetto. Dovrebbero invece essere al mio fianco – dice – nel proporre qualcosa di alternativo su cui indurre Enel ad investire. Invece a loro basta che abbia vinto il no. Cioè il nulla».
L’idea che il sindaco abbozza per reindirizzare l’investimento promesso ha sempre a che vedere con la produzione dell’energia, non fosse altro che per dare un senso ai grandi elettrodotti già presenti; ma da fonti rinnovabili. Un progetto su cui pare esserci la disponibilità dell’Enel, che ha detto di non voler abbandonare la centrale. Il piano di una mini-conversione pulita salverebbe l’occupazione; e, insieme all’avvio di uno smantellamento parziale, permetterebbe di confermare almeno una piccola frazione del maxi-investimento iniziale. «Porto Tolle – dice per parte sua il sindaco – potrebbe diventare un riferimento internazionale per lo studio e la sperimentazione della produzione pulita. Dal fotovoltaico alle biomasse fino all’idroelettrico, data la grande quantità di canali. Ma abbiamo bisogno della politica per premere sull’Enel. Mi chiedo dove sia la Regione: nessuno mi ha chiamato da Venezia e da mesi nessuno risponde alle mie richieste di avere un contatto».
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