«Lo Stato restituisca il “maltolto”, senza il milione di euro della Legge speciale a rischio il restauro di palazzo Granaio».
Il sindaco Giuseppe Casson ieri pomeriggio era a Roma per incontrare il sottosegretario del Ministero dell’Economia Pier Paolo Baretta. Sul tavolo la discussione importantissima dei canoni demaniali, ma il primo cittadino chioggiotto ha preso la palla al balzo per parlare anche dei fondi “spariti” della Legge speciale: quest’anno a Chioggia dovevano arrivare 3 milioni di euro, ma lo scorso 8 agosto è arrivata la comunicazione che i milioni sarebbero stati soltanto due. «Quei soldi – spiega Casson – li avevamo già messi a bilancio di previsione, in quanto dati per sicuri e virtualmente incassati. Ora, per non sforare il Patto di stabilità e subire così le pesantissime sanzioni previste dal sistema, rischiamo di dover bloccare la spesa prevista per il restauro di palazzo Granaio fino a fine anno. Insomma, senza quel milione, il cantiere non partirà e dovremo posticiparlo. Tutto questo è coerente con i principi della Legge speciale? Credo proprio di no».
Da tempo il sindaco si batte per fare in modo che i soldi stanziati dallo Stato a tutela del territorio vengano lasciati fuori dai vincoli del Patto di stabilità: «Siamo di fronte a pura schizofrenia da parte dello Stato. Da un lato considera la salvaguardia delle città di Venezia e di Chioggia come “questione di preminente interesse nazionale”, ma dall’altra, con l’applicazione dei “tagli lineari”, la tratta come fosse una realtà ordinaria. Una follia. Al sottosegretario Baretta ho chiesto che lo Stato sia coerente con se stesso, rispetti le sue stesse leggi e restituisca a Chioggia il maltolto».
Palazzo Granaio è il più antico della città. Da anni necessita di un restauro profondo. La gara d’appalto si è già conclusa e i lavori, per un valore complessivo di poco meno di un milione di euro, sono già stati assegnati alla ditta vincitrice. Se da Roma non arriveranno i soldi, tutto rimarrà però bloccato almeno fino all’anno prossimo.
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