In un punto preciso, tra un ginkgo biloba e una betulla, rispettivamente simbolo di antichità e giovinezza, il Pd (o buona parte) con il tradizionale «gelato politico» declinato al «patto tra generazioni», ieri ha messo le basi al programma per Venezia. Quattro gli argomenti, trattati con interventi liberi da gruppi di una trentina di persone (del Pd ma anche di sindacati e associazioni), sparsi nel giardino di via Malvolti 18. I temi, sviluppati da quattro giovani del partito (Marzia Marastoni, Marco De Favari, Dora Bovo e Matteo Montagner) sono stati riassunti, nel finale, da Andrea Ferrazzi: «Abbiamo lanciato degli spunti su cui iniziare a lavorare – spiega Ferrazzi -: a partire dalla rigenerazione urbana e dal sociale, con l’importanza di difendere il nostro eccellente sistema di welfare andando a ridimensionare i privilegi. Inoltre si è parlato di economia e anche del degrado di Mestre, un tema su cui non si deve fare allarmismo ma che allo stesso tempo non va sottovalutato». Tra gli invitati, anche il segretario regionale Roger De Menech che ha commentato l’appello al «giovane mestrino» per la guida della città: «Quante frazioni ha Venezia? Mettiamo un candidato per ciascuna? – scherza De Menech – Scegliere un sindaco per provenienza o età anagrafica è sempre sbagliato. La vera rottamazione è quella delle idee e questo incontro va nel senso giusto: mettere insieme le migliori risorse e far vedere che il Pd è ripartito subito e che ha un programma chiaro per la città, aperto a chiunque vorrà contribuire». Presenti anche i segretari provinciale e comunale, Marco Stradiotto e Emanuele Rosteghin, sindaci e numerosi parlamentari del Pd, l’ex ministro del lavoro Tiziano Treu e il sottosegretario Pier Paolo Baretta che ha parlato del cambiamento economico e sociale degli ultimi 20 anni: «Uno spunto per il programma – dice Baretta – Perché anche a Venezia serve un approccio nuovo sulle questioni del lavoro e dell’economia. Ha fatto bene Casson a sottolineare che dobbiamo prima pensare al programma, la questione anagrafica non conta. E lo stesso vale per il sindaco “mestrino”: è nel programma che si deve mettere Mestre al centro dello sviluppo».
Un’occasione, il gelato politico, per raccogliere consigli esterni, come quello del sindaco di San Giovanni Lupatoto, Federico Vantini, che ha commentato l’appello di un altro renziano della prima ora (non presente) Jacopo Molina, quello di un Pd che corra da solo alle prossime elezioni: «Il Pd è la prima forza del Centrosinistra e deve sicuramente dettare i tempi dell’agenda. Può andare da solo ma nel suo percorso deve saper coinvolgere le altre realtà che guardano al Pd e condividono il programma». E, a proposito di alleanze, tra i presenti spunta anche Simone Venturini (Udc): «Confermo che noi saremmo favorevoli ad un’alleanza tra le forze che attualmente sostengono Renzi. Il Pd scioglierà le riserve a breve: se in squadra ci sarà la sinistra estrema, noi andremo a divertirci da un’altra parte».
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