La mia riflessione sul voto in un’ intervista ad AReS (Associazione per il Riformismo e la
Solidarieta’)
Era prevedibile un successo così eclatante del Pd?
No, nessuno lo aveva previsto. Nelle scorse settimane si era avvertito, tra la gente comune, nei bar, come nei mercati, che la fiducia lentamente tornava; anche se la paura della crisi era ed è ancora forte. Si capiva che il messaggio lanciato da Renzi in prima persona e dal governo, sostenuto da tutto il PD, veniva compreso. Poi, negli ultimi giorni, l’esplosione mediatica di Grillo e su Grillo aveva creato un’illusione ottica sbagliata, che non aveva mai messo in discussione il nostro sorpasso, ma non ha permesso di cogliere appieno la portata straordinaria di quanto si stava preparando. A questo proposito va detto che una seria riflessione sui media e sul loro protagonismo … in eccesso è proprio matura e deve partire proprio dai giornalisti, coraggiosamente! Perché, se cambia… il verso, tutti debbono porsi il problema di cambiare…
Renzi ha dichiarato che non si trattava di un voto sul suo operato, ma è indubbio che l’azione del governo ne esce rafforzata. È d’accordo?
Sì. L’investimento che gli italiani hanno fatto è clamoroso ed esplicito. Personalmente, in tutta la campagna elettorale, avevo detto: non si torna indietro! Ed ora questo voto ci dice che bisogna andare avanti ancora con più determinazione, in profondità e, finalmente, spero, anche con entusiasmo. Fare politica resta il miglior servizio civico. Dopo anni di dileggio alziamo la testa e, senza montarcela ma con una recuperata dignità, operiamo per il bene comune.
Come giudica l’exploit del Pd in regioni “difficili” come il Veneto? Rispetto alle Europee di 5 anni fa la Lega passa dal 28 al 15, il Pd dal 20 al 37. In 15 mesi, dalle Politiche del 2013, il M5S perde 7 punti e il Pd ne conquista 15.
Uno dei più significativi risultati di queste elezioni è proprio il voto nel Nord Est. Renzi ha colto l’importanza di questo territorio, sia con la presenza, sia con le dichiarazioni. Ma anche il PD veneto ha cambiato pelle, rivolgendosi direttamente al popolo veneto, schiacciato da una crisi micidiale, da una rappresentanza politica esaurita (la Lega conserva una presenza, ma molto ridimensionata e Forza Italia sprofonda), ma anche da opportunitá di crescita che vanno irrobustite. Tra un anno si vota per la regione e il voto di ieri ci indica la strada da percorrere… Quella di una visione ampia, aperta, sia progettuale che nelle interlocuzione e alleanze.
Il Pd è la prima forza socialdemocratica in Europa, saprà gestire e portare vantaggi da questa leadership?
Intanto va evidenziato il significato europeo di questo voto. Il Pd non ha avuto incertezze, ha detto un sì chiaro alla prospettiva europea e ha scelto una coalizione progressista filoeuropea ed anche quando ha criticato le politiche dell’unione lo ha fatto in un’ottica di più Europa. E questo gli elettori lo avevano chiaro. Il voto italiano, dunque, non è solo un giudizio e un monito sulle politiche interne del Governo, ma anche sull’Europa. Il Pd dovrà, dunque, svolgere quel ruolo europeo che il voto richiede, per una nuova Europa più equa, solidale, migliore insomma.
Cambierà qualcosa nella gestione italiana del semestre europeo?
Aumenta l’autorevolezza e la forza con la quale lanceremo le nostre sfide e le nostre politiche.
Cosa accadrà nel Movimento 5 Stelle?
Il Movimento 5 stelle si è dimostrato il sintomo del malessere che pervade la società italiana ed europea per ragioni non solo economiche. La crisi dei valori condivisi, l’attrattiva corporativa ma identitaria delle piccole patrie, la speculazione senza regole e così via. Una crisi profonda, storica. Ma, almeno in Italia, il PD, questo PD, è stato percepito come la medicina! Anche oggi 5 stelle non va sottovaluta, resta sopra il 20%. La riflessione che li aspetta è seria: continuare a sputare su tutto o diventare un partito di opposizione sì, ma istituzionale?
Il centrodestra appare diviso ma ugualmente forte (sommando i voti di Fi, Lega, Ncd e FdI si arriva al 30%). Continua a essere il nemico da battere?
La crisi di Berlusconi era chiara e questo ha portato ad vedere nel voto il derby Renzi Grillo ed è finita con un cappotto per noi… Ma non sottovalutiamo il centro destra, è sì diviso, frantumato, senza progetto e leaders, ma resta nel cuore (e nel portafoglio) di una parte consistente degli italiani, ben più radicato dello stesso movimento 5 stelle. Non so se saprà in breve riorganizzarsi, ma se lo farà, sarà il centro destra l’avversario da battere. Anche in Veneto!
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