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di Roberta De Rossi
VENEZIA. Passato, è passato: lo assicura il sottosegretario dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta. L’articolo 15 del “decreto Mille Proroghe” – quello che risparmia a Venezia una parte delle pesantissime sanzioni previste per lo sforamento del patto di stabilità (40 milioni di spese in più del previsto nei conti del Comune, ma a fronte di 45 milioni di Legge speciale stanziati dal governo e mai arrivati nelle casse di Ca’ Farsetti) – ha superato ieri mattina le forche caudine del fatto di essere “agganciato” al contestatissimo decreto salva-Roma, che invece attribuisce alla Capitale 400 milioni sonanti di finanziamenti extra. Una deroga che eviterà al Comune di vedersi ulteriormente tagliare i fondi statali nel 2014, ma soprattutto gli permetterà di confermare le centinaia di contratti a termine che reggono le sorti dei servizi sociali della città. I commenti sono però prudentissimi, dal momento che il testo non è ancora stato ufficialmente pubblicato: un problema legato alla registrazione di un finanziamento post-alluvione alla regione Sardegna, terza voce dell’articolo 15.
Il più disponibile è lo stesso Baretta. «Il ritardo nella pubblicazione non riguarda il testo su Venezia», spiega il sottosegretario veneziano, «che è stato approvato, assicurando alle città ricomprese nella Legge speciale – ma tra queste solo Venezia ha sforato il patto – di evitare una serie di sanzioni per la fuoriuscita, come il blocco delle assunzioni o il taglio delle risorse nel prossimo anno, mantenendo solo il taglio della parte aggiuntiva nelle retribuzioni di vertice del Comune, che comunque definiremo restringendo la platea». «Si tratta di un risultato positivo, perché riconosce la specificità delle città legate alla Legge speciale», prosegue il sottosegretario, «un giusto riconoscimento, che non è un aiuto finanziario a non uscire dal patto, ma evita l’applicazione di una parte delle sanzioni. In generale, penso che in questo modo Venezia possa affrontare più tranquilla il 2014, sapendo che ha in piedi operazioni come quella della cessione della gestione del Casinò».
«Ci assicurano che ci è stato riconosciuto il nostro diritto a non venir penalizzati per lo sforamento del patto di stabilità pur a fronte di 45 milioni di che ancora attendiamo della Legge speciale», commenta il sindaco Orsoni, più volte a Roma in queste settimane per affrontare la questione, capace altrimenti di far saltare i servizi sociali della città, «ed è stata una faticaccia, pur a fronte di una ragione. Comunque, sappiamo come il testo è entrato in Consiglio dei ministri, ma non come ne è uscito: finché non lo leggo non commento, sono come San Tommaso».
Intanto è già stata convocata la giunta che dovrà chiudere l’anno, testo “salva-Venezia” alla mano, anche se a Ca’ Farsetti arricciano le sopraciglia a sentirlo chiamare così, dal momento che non arrivano soldi come per il salva-Roma, ma vengono comunque sospese onerose sanzioni. Oggi, sindaco e assessori decideranno dunque se siano necessari o meno correttivi: sullo sfondo anche la valutazione della possibile cessione di quote azionarie del fondo immobiliare “Città di Venezia” gestito da EstCapital.
Intanto – restando in materia di entrate – sul sito del Comune si ricorda che è stato differito al 24 gennaio il termine ultimo per il pagamento del modello F24 per la maggiorazione per i “servizi indivisibili” (come l’illuminazione pubblica e la pulizia delle strade) della Tares. Con l’approvazione definitiva della legge di stabilità 2014, infatti, il termine per il pagamento della maggiorazione per i servizi indivisibili è stato fissato a 0,30 euro per metro quadro da effettuarsi con l’utilizzo del modello F24. In arrivo in questi giorni le ultime notifiche su quanto dovuto per il pagamento della prima gabella del 2014.
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