Dopo 20 anni il Veneto è alla portata del Pd

Per la prima volta, dopo vent’anni, il Veneto è alla portata del Partito democratico. È questo il messaggio lanciato dal sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta nell’ambito del convegno “Il Veneto è contendibile? Dalle amministrative alle regionali: crisi e sviluppi del sistema politico”. L’iniziativa, ospitata questa mattina nel centro servizi di Quarto d’Altino, è stata organizzata da Ares – Associazione riformismo e solidarietà presieduta da Baretta, che inizia così le proprie attività nella regione. Parlamentari, sindaci, amministratori, esperti si sono incontrati per riflettere sui risultati delle recenti tornate elettorali e analizzare insieme il quadro politico in vista dei prossimi appuntamenti (nel 2014 le europee e le amministrative e nel 2015 le regionali).

Il prof. Paolo Feltrin, politologo, ha aperto il convegno offrendo un’analisi, numeri alla mano, delle ultime Politiche: “In Veneto rispetto alle regionali di tre anni fa il centrodestra ha dimezzato i suoi voti (dal 60% al 30%). Il centrosinistra, a quota 27%, ha quindi un possibile bacino molto ampio da cui attingere”. Nel 2014 le elezioni europee saranno l’occasione per misurare i rapporti di forza dei partiti. Sempre l’anno prossimo ci sarà una nuova tornata di amministrative con cui fare i conti: 345 comuni veneti (il 60% del totale) andranno al voto. Di questi, 21 sono sopra i 15 mila abitanti. “Sono appuntamenti importantissimi da cui dipende anche il successivo risultato delle regionali 2015 – ha avvertito -. Ma deve essere chiaro che se non ci si mette nell’ottica di una campagna elettorale lunga la partita è già chiusa”.

Feltrin ha quindi elencato alcune condizioni necessarie per il successo del Pd in Veneto. La prima è che prosegua il governo di larghe intese: “Ogni volta che il centrodestra è al governo, infatti, non può fare una vera campagna elettorale perché perde tutte le armi che consolidano una larga fetta del suo elettorato. Proprio per questo sarebbe utile che il governo durasse addirittura fino al 2016. Seconda condizione: che il governo faccia qualcosa per disinnescare il malcontento popolare. Questo, in particolare, significa rivedere la legge Fornero su pensioni e giovani e garantire incentivi all’economia. La terza è che il Pd almeno faccia finta di essere un partito unitario”.

Ci sono, poi, condizioni prettamente venete: in primis formare coalizioni più inclusive possibile. “Le comunali sono un terreno straordinario perché gli elettori sono più disponibili in questo senso – ha sottolineato Feltrin -. Ma serve un solido coordinamento per fare delle alleanze un disegno strategico”. Altre condizioni: potenziare i territori, perché “è un’illusione pensare di vincere le regionali con i soli capoluoghi di provincia”; individuare un candidato entro l’anno prossimo e intanto lavorare sui contenuti; formulare un’agenda di impegni regionali veri; adottare scelte politiche basate sulla logica del consenso.

Pier Paolo Baretta ha messo in risalto l’importanza dell’appuntamento odierno, dal momento che “questa è la prima volta in cui proviamo a riflettere davvero, in un ampio consesso, sul voto”. È stata un’occasione anche per tracciare una road map da qui all’appuntamento del 2015: “E’ fondamentale partire da un’idea chiara del Veneto che vogliamo, per questo sono d’accordo sull’importanza di riflettere fino a primavera sui contenuti per poi, in un secondo momento, trovare chi sia in grado di interpretarli al meglio. In particolare è necessario che il Pd abbia un’idea compiuta su tre ambiti chiave per il Veneto: l’industria manifatturiera, che da sempre è il perno della nostra economia; il turismo e la cultura, intesi come un tutt’uno; la logistica, perché il nostro territorio è in una posizione chiave. Ma non possiamo neanche dimenticare il welfare, che è la condizione di tenuta dell’assetto sociale”.

In merito alla Pa.Tre.Ve., tornata spesso negli interventi nel corso della mattinata, Baretta ha precisato che “il tema vero è la riorganizzazione complessiva del territorio nell’ottica dello sviluppo di cui stiamo discutendo”. Ma non basta avere a un’idea del Veneto: serve, in secondo luogo, un’idea del Pd. Anche su questo Baretta dà alcune indicazioni: dare respiro a giovani democratici, non in chiave correntizia e consolidare l’unità del partito come suggerito da Feltrin: “O superiamo le correnti così come le abbiamo ereditate o non riusciremo a farci comprendere da un elettorato come quello veneto, che ha bisogno di risposte molto concrete, legate alla loro condizione di vita. Infine, una terza condizione non semplice è avere un coordinamento regionale forte. A tutto questo va aggiunto uno schema flessibile e una campagna che duri almeno un anno”.

Ricco il programma di interventi: Sindaci: Silvia Conte (Quarto d’Altino), Andrea Cereser (San Donà di Piave), Monica Barbiero (Martellago), Silvano Checchin (Spinea), Andrea Follini (Marcon), Maria Rosa Pavanello (Mirano). Parlamentari: On. Floriana Casellato, On. Andrea Martella, On. Michele Mognato, On. Sara Moretto. Consiglieri Regionali: Giampietro Marchese, Bruno Pigozzo,Sergio Reolon Altri interventi: Andrea Ferrazzi, Assessore Comune di Venezia; Arcangelo Boldrin – Responsabile Economia Pd Veneto; Lino Gottardello, segretario Cisl Venezia; prof. Umberto Margiotta; Sen. Tiziano Treu, Sen. Marco Stradiotto.

Per l’occasione è stato creato il canale Twitter #venetocontendibile dove è stata pubblicata la diretta dell’evento., che continuerà a essere contenitore di idee, commenti, suggerimenti sul tema.

2013-07-13T14:28:48+02:00 13 Luglio 2013|Comunicati stampa, In evidenza, News, Notizie dal Veneto|

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