“L’ineccepibile lezione di politica che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha impartito nel breve, ma intenso, discorso di 8 minuti, pronunciato al termine della terza consultazione, non è stata accolta dai principali aspiranti alla guida del governo. Probabilmente nemmeno ascoltata, visto lo sgarbo istituzionale portatogli da un rifiuto delle sue proposte, promulgato in tempo reale, praticamente senza soluzione di continuità con la conclusione dell’intervento del Capo dello Stato. Eppure meritava, di certo, una più meditata considerazione. Almeno la parte nella quale Mattarella condiziona la vita futura del governo di garanzia alla possibilità di un accordo tra i partiti, anche postumo alla formazione del “suo” esecutivo”. E’ l’incipit del mio post pubblicato su Formiche, dal titolo “La lezione di Mattarella e il vaso di “coccio” del Pd“. Nel post indico i pochi, ma precisi segnali di svolta che il Pd deve adottare nell’Assemblea del 19 maggio, per fare in modo che il rischio di un voto anticipato si trasformi in un’opportunità.
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