“Il Veneto ha goduto di un riguardo particolare in questi anni, da parte del Governo e del Partito Democratico, consapevoli di quanto la nostra regione sia importante per l’intera economia italiana. Per questo abbiamo impegnato cospicue risorse a favore del territorio e pensiamo di poter continuare a rappresentarlo, con l’obiettivo di favorire un suo ulteriore sviluppo”. Così il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta, candidato al Senato nel collegio uninominale di Rovigo, Chioggia, Cavarzere, Cona e i comuni della Riviera del Brenta e del Miranese; e nel collegio plurinominale Veneto 1 (Belluno, Treviso, Venezia, Rovigo) alla conferenza stampa di presentazione dei candidati veneziani alle elezioni politiche del 4 marzo, che si è svolta a Mestre presso la sede del Pd Metropolitano di Venezia.
“Pensando alla parte veneziana del collegio in cui sono candidato, vedo un grande bisogno di sostenere l’industria, dal manifatturiero (penso al calzaturiero), al metalmeccanico – ha dichiarato –. Ma penso anche all’agricoltura e alla pesca, che uniscono l’intera fascia di comuni del collegio, fino al Delta. Quanto alla pesca, in particolare, stiamo risolvendo un problema molto serio relativo agli sgravi e su questo abbiamo ottenuto una risposta da parte del ministro del Lavoro Giuliano Poletti e del Ministero dell’Agricoltura”.
“Penso anche all’importanza del turismo – ha aggiunto –: Venezia è un catalizzatore; ma è, ormai, condivisa l’idea di un turismo diffuso nel nostro splendido territorio; sicurezza e lavoro, poi, sono altri temi sui quali intendiamo caratterizzare il nostro impegno per il Veneto, al quale siamo legati. Tutti questi aspetti sono strettamente connessi. È per questo che, come siamo stati in grado di fornire risposte appropriate in queati cinque anni, non mancheremo di darle anche in futuro”.
Quanto alla stimolazione della “macchina del fango” da parte del Movimento 5 Stelle, il sottosegretario ha commentato: “I cittadini non possono essere messi di fronte a questo schema aberrante di confronto politico, devono essere portati a discutere piuttosto sulle scelte, sui programmi”.
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