NON SOLO ALIENAZIONI
Venezia, terra e acqua; un territorio così vasto e diversificato; così deserto e fittamente popolato; a tratti abusato, a tratti dimenticato. Un territorio che necessita di una valorizzazione del patrimonio pubblico, che necessita di una manutenzione straordinaria e di progetti speciali.
A questo proposito, la valorizzazione culturale del territorio è affidata alla norma sulle aree demaniali, che consentirà di sbloccare importanti progetti di intesa tra Stato, Comuni e soggetti privati. In particolare, l’emendamento alla legge di Bilancio per il 2018 presentato dall’on. Sara Moretto consente di includere beni demaniali pertinenziali, anche appartenenti al demanio marittimo, in accordi di valorizzazione e piani strategici di sviluppo culturale. Un emendamento che consente di completare e rendere organico il progetto di rilancio dell’Isola della Certosa.
Non soltanto gli edifici del demanio pubblico saranno oggetto di valorizzazione, ma anche il demanio militare: è stato presentato a fine settembre, alla presenza del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, il bando per la concessione di valorizzazione fino ad un massimo di 50 anni della Caserma Miraglia, sede del reggimento Lagunari dell’Esercito sull’Isola delle Vignole a Venezia. L’iniziativa si inserisce nel più ampio “Progetto Venezia”, che prevede un articolato piano di riqualificazione e razionalizzazione degli immobili della Difesa, coinvolgendo diverse strutture militari presenti in laguna.
Rispetto ai tempi medi con i quali si affrontano questioni più semplici, la realizzazione del piano è avvenuta in tempi molto rapidi, grazie a una forte collaborazione istituzionale. Abbiamo infatti lavorato a questo progetto dall’inizio della legislatura, convinti della sua fattibilità. È evidente che si tratta di una soluzione straordinaria: la caserma Miraglia è la porta dal mare di Venezia e questo progetto mette in moto un processo di valorizzazione che va oltre l’impatto sulla singola città lagunare.
Certo, ogni progetto comporta dei costi, ma c’è stato un cambio di mentalità, di cui sono molto lieto. L’idea che la Difesa metta a disposizione dei siti attraverso processi di liberalizzazione pubblica, collegati a una realizzazione dell’intervento, è un dato straordinariamente positivo. In questo senso, la collaborazione fra Ministeri competenti è importantissima per progetti che, come il presente, presuppongono una sinergia fra pubblico e privato. Da un lato, infatti, il privato deve sapere che alle spalle può contare su una burocrazia che ha fatto una salto di qualità e affronta questi temi “con un volto solo”. Diversamente, non saremmo riusciti in così poco tempo a realizzare un progetto di spostamento di questo tipo, che libera un impressionante spazio di opportunità.
Quanto alla valutazione di impatto economico e finanziario, essa deve essere valutata nella sua complessità: pur avendo alle spalle circa un miliardo di investimenti, possiamo già contare su un recupero di 200 milioni di affitti, che prima spendevamo in soluzioni non razionalizzate. Per questo, sostengo che la valorizzazione del patrimonio pubblico non vada considerata fra i costi, ma fra gli investimenti, valutando l’impatto di medio periodo. D’altra parte, l’obiettivo dello Stato non è quello di alienare, ma di valorizzare il più possibile.