Ci sono stati ulteriori passi in avanti, da parte del Governo, sul tema della rottamazione delle Awp nei tre anni, della tutela della salute dei giocatori e della lotta alla ludopatia, nonché un’ulteriore apertura sui criteri dei luoghi sensibili, eppure non sono stati sufficienti a chiudere l’intesa. Infatti, nonostante queste ulteriori aperture, l’indisponibilità a trovare una soluzione di merito condivisa da parte dell’Assessore della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, ha bloccato un’intesa di grande rilievo innovativo, la cui portata rispetto all’effettiva riduzione del gioco in Italia è evidentemente sottovalutata.
Bisogna scegliere tra regolare e ridurre o proibire. Noi proponiamo di ridurre a metà i punti gioco rispetto ai 96mila attuali; di tagliare del 30% le Awp; di adottare distanze di 150 metri da scuole, luoghi di culto e Sert e di sospendere le giocate per massimo di 6 ore al giorno. Chi propone 500 metri da scuole, chiese, ospedali, centri per anziani, palestre, sale da ballo, ecc. – perché questa è la contro proposta che è stata ribadita anche oggi – ha evidentemente in mente di abolire il gioco legale, con la conseguenza che riempiremo le periferie di gioco clandestino.
L’argomento è troppo delicato per subire strumentalizzazioni politiche, come è del tutto evidente dalle dichiarazioni di oggi di Becalossi che si appella ad un particolare elenco di Regioni a suo parere contrarie, tutto da verificare, quando l’interlocutore dovrebbe essere la Conferenza.
Poiché, per impegni, la Conferenza è spostata di qualche giorno, abbiamo l’ultima occasione per far prevalere la ragionevolezza ed il buon senso.
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