Il governo Monti parte con una inedita e, fino a pochi giorni prima insperata, fiducia parlamentare. Ci attendono prove impegnative, alle quali tutti, cittadini, partiti, parti sociali, siamo chiamati a contribuire. La scelta della Lega di restare fuori dal coro è irresponsabile. La posta in gioco è l’Italia e ci sono momenti nei quali nessuno può anteporre gli interessi “privati” o di calcolo elettorale (calcoli, peraltro, sbagliati) a quelli generali. Proprio chi si picca di essere portatore di istanze popolari e dal popolo ha avuto la responsabilità di guidare grandi regioni, economicamente e socialmente decisive, ha il dovere di partecipare alla soluzione dei problemi. Il Veneto è tra queste e bene hanno fatto, nei giorni scorsi, autorevoli esponenti del mondo industriale e sindacale veneto a sostenere che la nostra regione non può stare all’opposizione di un governo che ha il compito di portare il Paese fuori dalle secche. La diatriba, quasi ideologica, sul governo dei banchieri e della Bce, lascia, in questa situazione, il tempo che trova ed anzi proprio le preoccupazioni di non subire il commissariamento estero e dei mercati ha portato alla formazione di questo esecutivo, dalla, solo apparente, connotazione “tecnica”. Già nelle prime mosse, segnate dalla ripresa di un ruolo internazionale dell’Italia, si delinea il segno di una inversione di tendenza che va sostenuta e non boicottata. Bisogna, innanzi tutto, far fronte alla speculazione sui nostri titoli di Stato. Ci attendono, nei prossimi mesi, aste per circa 200 miliardi di euro e una strada può essere quella di reiquilibrare la eccessiva esposizione sull’estero del nostro debito, anche attraverso proposte che che invoglino i risparmiatori e gli investitori italiani ad acquistarli. Se, ad esempio, si addottasse, come è necessario e giusto, una patrimoniale ordinaria (cosa è, poi, l’Ici, se non una patrimoniale parziale? Ed allora, perchè non affrontare tutto il nodo, anzichè scaricare, ancora una volta, il carico solo su una parte di contribuenti, risparmiando i più abbienti? Questo punto debole della posizione del Pdl è, in questo contesto, francamente incomprensibile ed ingiustificata) si potrebbe consentire di sostituirla con l’acquisto (a certe condizioni) di titoli di Stato.
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