Il Veneto è contendibile! Questa è la principale conclusione politica che, ad urne aperte, ci consegna il voto di domenica e lunedì scorsi, in una delle più produttive regioni d’Italia. È una affermazione che non sembrava, fino all’altro ieri, scontata. La sicumera del centro destra, capeggiata dalla propaganda leghista, descriveva una realtà diversa, inattaccabile, consegnata al dominio della Lega, senza incrinature. Non è più questa la opinione dei veneti. Per la verità non lo è mai stata: non dimentichiamo che le grandi città di Venezia, Padova, Vicenza, la provincia di Rovigo e tanti alti importanti centri, medi e piccoli, sono già guidati dal centro sinistra e dal Pd in particolare. Eppure la percezione era diversa. Non solo in Veneto. Anche “a Roma” si è stati portati a pensare che quelle siano “tere perse”. Ora, anche questa percezione può cambiare. La Lega, infatti, non sfonda; anzi, rispetto alle regionali di un anno fa, perde consensi dappertutto; anche se si “mangia ” il Pdl, che resta imprigionato nella crisi che lo attanaglia da quando il suo gruppo dirigente veneto si è arreso, senza colpo ferire, alla candidatura di Zaia a presidente della regione, costringendo Galan ad… emigrare. Il Centro, da parte sua, non offre quella novità promessa da quanti, in questi mesi, anche lasciando il Pd, hanno illuso (e si sono illusi!), lanciando alternative (quale il pur interessante movimento “Verso Nord”). Cosicché, dal voto, ne esce un centro politico che può giocare su qualche ballottaggio, ma marginale a qualsiasi equilibrio di prospettiva. Il Pd, invece, inverte la tendenza rispetto alle regionali e cresce, consolidandosi strutturalmente come il secondo partito della Regione, a una distanza siderale dalle altre formazioni, compresi gli emergenti di Grillo. I dati delle specifiche realtà confermano questo quadro. A Treviso, ad esempio, il centro destra vince, ma se guardiamo alle sigle dei partiti (oltre la pletora delle liste di comodo) troviamo la Lega al 29%, ma il Pd è quasi al 22 (dal 18 dello scorso anno), mentre il Pdl si ferma al 13%! La coalizione di centro sinistra, guidata dalla schietta popolarità di Floriana Casellato, arriva ad un interessante 33%. A Venezia, su 7 comuni a turno unico, il Centro sinistra ne vince 4, di cui 3 a guida Pd, con due donne sindaco! Nei due Comuni grandi (Chioggìa, Cavarzere) si parte avvantaggiati nel ballottaggio, al quale arriviamo negli altri Comuni più significativi (Rovigo, Adria, Este, Abano, Montebelluna, …), talvolta contro un leghista, talvolta no. Non serve continuare coi numeri. Lo scenario è simile a quello nazionale, ma è importante la sua specificità in questa area del paese. La crisi del centro destra va ricercata nella carenza di risposte ad una realtà dinamica, che è stata, invece, scambiata, per una realtà statica.
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