Nei quotidiani di oggi, la notizia dell’ampliamento, da 50 a 100 milioni, del fondo di ristoro per i risparmiatori delle banche in liquidazione (comprese Popolare Vicenza e Veneto Banca) e del dimezzamento del tempo per il decreto di attuazione della legge, che verrà definito dal governo attuale.
«Rispettati gli impegni presi, un fondo che così diventa strutturale – commenta il sottosegretario all’economia Pierpaolo Baretta al Gazzettino -. Abbiamo dimezzato i tempi del decreto: è un segnale politico chiaro, lo vogliamo fare, nessun alibi elettorale. Contiamo di versare i primi rimborsi entro sei mesi. Abbiamo poi introdotto l’arbitro, nella figura dell’Anac, un ulteriore dato di garanzia, con l’avvertenza che non serve aspettare tutti i gradi di giudizio. E questi cento milioni si aggiungono ai 100 messi già a disposizione da Banca Intesa e a quelli che potrebbero arrivare dai tribunali».
Poi Baretta precisa: «Chi ha aderito all’offerta transattiva delle banche venete non ha diritto al ristoro, mentre chi ha chiesto rimborso per i bond subordinati potrebbe ottenere ristoro per le azioni detenute», e poi aggiunge: «Se l’arbitro si attrezza, nella seconda metà dell’anno dovremmo vedere i primi rimborsi: io partirei dagli azionisti disagiati». Ma nel Nordest conta di più la partita dei crediti a rischio delle ex Popolari: «Stiamo completando le valutazioni dei crediti effettuate da Intesa, a inizio anno saranno definiti e potrebbe entrare in azione la sga». In ballo ci sarebbe un miliardo di crediti ad alto rischio.
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