Questo pomeriggio il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta ha partecipato alla tavola rotonda “Le libere professioni fra mercato e società” nell’ambito del convegno “Libere professioni e sviluppo della società” organizzato dal CUP – Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali della Regione Veneto, che ha avuto luogo a Venezia, presso la Stazione Marittima.
Interpellato sull’utilità sociale delle professioni, in relazione all’economia di mercato, ha dichiarato: “Il termine ‘utilità’ non rende giustizia: siamo di fronte a un cambiamento epocale del quadro di riferimento. Con l’avvento della globalizzazione e la fine del Fordismo, lo scenario è cambiato e le professioni entrano i gioco a monte dei processi produttivi, e non più a valle”.
“Fra le conseguenze che questo cambio di scenario porta con sé, la necessità di regolare il mercato, disciplinarlo con forme che introducano elementi di tutela – ha proseguito il sottosegretario Baretta –. Inoltre, è giunto il momento che siano introdotti diritti di cittadinanza minimi, che prescindano dalla professione e dalla condizione professionale. Una strada non facile, che implica una modifica complessiva della rappresentanza sociale. È su questo orizzonte che bisogna lavorare, con l’idea di un mondo delle professioni all’inizio del processo, e per questo, protagonista della società. Un tema che non possiamo perdere l’occasione di affrontare ora, mentre si avvertono chiari segnali di ripresa”.
“Nel frattempo, però, è innegabile l’idea che le professioni siano entrate nel circuito strategico del nostro Paese – ha concluso –. Lo scorso anno abbiamo introdotto l’accesso ai fondi europei per le libere professioni, tema che richiama il nodo dell’accesso al credito sul quale dobbiamo lavorare. Va poi ricordato il credito d’imposta per la formazione previsto dal Jobs Act, il Patent Box, misura che, pur essendo collegata all’impresa, di fatto tutela la proprietà intellettuale. Non da ultimo, va ricordata la recentissima battaglia politica, trasversale, che siamo riusciti a vincere per l’allargamento dell’equo compenso alle professioni, una regola che anche la PA sarà costretta ad osservare”.
Alla tavola rotonda, moderata dal notaio Vincenzo Scaduto, hanno partecipato anche la dott.ssa Marina Calderone, presidente CUP Nazionale, l’arch. Giuseppe Cappochin presidente Consiglio Nazionale Architetti, il prof. Adalberto Perulli ordinario di Diritto del Lavoro all’Università Ca’ Foscari e il dott. Andrea Bos, vicepresidente Confindustria Venezia.
Scrivi un commento