A pochi giorni dalla riunione del Comitatone, che ha ufficializzato la scelta di far approdare le grandi navi a Porto Marghera, il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta ha rilasciato un’intervista al Gazzettino, che riportiamo integralmente.
«Una decisione che proietta Venezia nel futuro» è il commento del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, presente in rappresentanza del Ministero alla riunione del Comitatone di martedì.
Le grandi navi non passeranno più davanti a San Marco, ma attraverso il canale di Malamocco approderanno a Porto Marghera, con la specificazione della banchina Nord, dopo il canale Brentelle, senza ostacolare la parte commerciale del porto.
«Quello che rende credibile la decisione – prosegue Baretta – è che per la prima volta vengono stabiliti tempi certi di realizzazione a Marghera». Le alternative su cui discutere erano rimaste due, precisa Baretta, quella della Duferco-De Piccoli in bocca di Porto e quella di Roberto D’Agostino a Marghera.
«La valutazione di impatto ambientale sul progetto verrà fatta senz’altro, in particolare però è stata fatta inserire dal sindaco Brugnaro la precisazione ove necessario che riguarda lo scavo del Canale Vittorio Emanuele per continuare a usare la Marittima. Ma il nodo centrale rimane la valorizzazione di Marghera». Un progetto, quello di D’Agostino, che al Ministero dell’Ambiente aveva sollevato, in sede di Valutazione di impatto ambientale, una serie di perplessità. «È immaginabile che De Piccoli non rimarrà a guardare, ma il progetto di Marghera nel corso degli anni è stato modificato e adattato – prosegue Baretta – Senza contare che per la zona è anche un’occasione per un ciclo di interventi che valorizzino l’aspetto turistico e quello commerciale. In più lavoreremo per estendere ad altre due aree la zona franca».
A Roma si è sbloccato anche il fronte delle risorse della Legge Speciale.
«Non entro nel merito dell’entità delle richieste del Sindaco – conclude Baretta – ma è stato importante ottenere il rifinanziamento della Legge Speciale: 70 milioni di euro vengono finalmente sbloccati».
Il governo si è impegnato a convocare a breve un tavolo di lavoro per il Mose, affinché si possano individuare le risorse necessarie alla conclusione dei lavori e alla successiva gestione, perchè ormai i tempi sono maturi per iniziare a parlare di una società di gestione.
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