Il sottosegretario Pier Paolo Baretta questa mattina ha preso parte, in rappresentanza del Governo, al convegno “Significati di una ricostruzione”, svoltosi nel Centro Culturale di Longarone, nell’ambito delle commemorazioni per il 54° anniversario della catastrofe del Vajont.
“Voglio concludere questo incontro ricordando, anche a nome del Presidente del Consiglio e dell’intero Governo, le vittime di queste tragedie, tutte – ha dichiarato Baretta -. I loro familiari, ma anche i soccorritori ed i ricostruttori e le Amministrazioni locali. Il significato di vicende come queste è che ci rendono più poveri e più ricchi. Più poveri perché perdiamo affetti, amicizie, memoria, storia. Ma più ricchi perché incontriamo solidarietà, nuovi stimoli, un nuovo progetto di futuro; perché più pieni di umanità e di conoscenza, tecnica e scientifica. E le testimonianze di questa mattina ci dicono che eventi calamitosi possono addirittura costituire un’occasione per fare un salto in avanti”.
“La vicende di Longarone e del terremoto del Friuli – ha affermato il Sottosegretario – ci dicono anche questo, ci restituiscono un metro di misura, che trova una drammatica attualità nei fatti di Norcia e Amatrice, sulle tre questioni fondamentali. Innanzitutto bisogna saper affrontare le emergenze. Su questo tema è stata fatta molta strada, grazie alla Protezione Civile e al volontariato, diventato nel corso del tempo organizzato. Vanno ricordati in questo contesto i grandi miglioramenti organizzativi e tecnologici riguardanti il sistema di Protezione Civile. Ma anche il percorso che ha portato a migliorare progressivamente il sistema dei rimborsi e dei ristori. Si è parlato di rimborso integrale, di seconde case; di zona franca e penso ai rimborsi a privati previsti, per la prima volta, in occasione del tornado della Riviera del Brenta. Insomma, sta maturando un approccio nuovo: di fronte a tragedie di questo tipo bisogna avere una visione più ampia di quella burocratica”.
“La seconda questione – ha proseguito – riguarda la ricostruzione. Ricostruzione subito! Appena possibile, anche dentro l’emergenza è bene pensare alla ricostruzione. È stato più volte ricordato questa mattina l’ordine logico con il quale intervenire: lavoro, casa, chiesa-società. Infatti, se non c’è il lavoro, mancano le persone che chiedono la casa per essere residenti. Ma accanto a questo ordine logico, c’è il tema del ‘com’era, dov’era’. Sul dov’era c’é poco da discutere. È infatti difficile pensare che una comunità vittima di una tragedia possa pensare ad andarsene, a ricostruire altrove. Se nel ‘dov’era’, dunque, si incardina l’essenza stessa della comunità, il ‘com’era’ deve avere a che fare con le esigenze e le opportunità di sviluppo e vocazione economica e culturale del territorio”.
“Le varie tragiche esperienze qui citate e rappresentate – ha aggiunto il Sottosegretario – ci insegnano inoltre che dobbiamo cercare un punto di equilibrio fra ruolo della Stato e delle comunità locali: se da un lato è impensabile che lo Stato sparisca, dall’altro non esiste alternativa al ruolo dei sindaci. Un tema, questo, che sta maturando nella riflessione collettiva”.
“Infine, è la terza riflessione, dobbiamo affrontare con più determinazione la generale situazione del dissesto idrogeologico, della prevenzione sismica – ha concluso -. Un salto di qualità necessario nella nostra azione politica. Sono del tutto evidenti i ritardi, ma c’è un elemento che mi induce ad essere moderatamente ottimista ed è la crescita di una vera sensibilità sociale in tema ambientale, che porterà alla costruzione di nuovo equilibrio, così da renderci maggiormente preparati, all’occorrenza, ad affrontare situazioni di questo tipo. Ma non perdiamo tempo, facciamo sì che la ricostruzione, che coincide peraltro con una fase di ripresa generale dell’economia, prosegua non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi, trasformando l’emergenza in opportunità”.
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