Discorso pronunciato dal Sottosegretario di Stato alla Economia e alle Finanze, On. Pier Paolo Baretta, il 2 Giugno 2014, presso il Sacrario di Redipuglia, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica.
Autorità, Signori rappresentanti delle Istituzioni civili, militari, religiose e sociali, cittadini,
La deposizione della corona alla memoria dei caduti, in questo giorno di festa, così importante per la nostra comunità nazionale, avviene mentre siamo chiamati a celebrare in tutta Italia – ed anche noi, qui riuniti, in questo ambiente così suggestivo e pregnante per la nostra storia – la nascita, sessantotto anni fa, della Repubblica Italiana.
Questo gesto vuole essere, innanzi tutto, il doveroso omaggio che lo Stato rende a quanti, tanti, hanno, col loro sacrificio, difeso, costruito e onorato l’Italia. E, ci hanno consentito di viverla liberi e amarla.
La loro memoria è affidata a questi luoghi, che sono, al tempo stesso, simbolo e realtà; testimonianza e monito. Ciò è tanto più vero, qui, a Redipuglia, oggi, nell’anno in cui si celebra anche il centenario della prima guerra mondiale.
La loro memoria è affidata ai nostri gesti, che ripetiamo con la costanza e la cura che meritano, proprio per alimentare il ricordo. Per non dimenticare! Ma, gesti, ogni volta rinnovati, nuovi nel loro significato, perché ci permettono, ogni volta, di guardare al nostro presente con la responsabilità che ci deriva dall’esempio e dall’insegnamento che ci viene così tramandato.
Ma, soprattutto, la memoria dei nostri caduti, di tutti i caduti; dei nostri padri, delle nostre madri, è affidata alla nostra coerenza.
Rinnoviamo, dunque, con questo gesto, il solenne impegno perché, in questa epoca turbolenta, la pace, la convivenza, il dialogo, la solidarietà, prevalgano sulla violenza, l’odio, il conflitto, l’egoismo.
L’Italia repubblicana ha scelto, con la sua Costituzione, questa strada: spetta a noi continuarla e intensificarla.
Va in questa direzione quanto sta facendo il nostro Paese nelle missioni internazionali di pace, nelle quali è presente.
In particolare, va in questa direzione quanto stiamo facendo, in queste settimane, nell’accoglienza di quanti rischiano la vita al largo delle nostre coste per sfuggire a un destino di miseria o di oppressione.
Ben sappiamo quanto sia impegnativo e faticoso questo compito. Stiamo svolgendo un’azione umanitaria che la Storia riconoscerà all’Italia e per la quale – ma non solo per questo, bensì per il più generale e assiduo impegno profuso a tutela della vita e della tranquillità di ciascuno di noi – va tutto il più sentito riconoscimento e ringraziamento del Governo e della intera comunità nazionale alle nostre forze militari e di polizia dello Stato.
Ringraziamento che va esteso a tutte le strutture civili e di volontariato che vi partecipano.
L’Europa deve guardare con occhi nuovi a quanto sta accadendo nei nostri mari e nelle nostre terre di confine e assumere come proprio questo impegno!
Un’Europa che vogliamo; ma, che vogliamo migliorare; che vogliamo portare più vicina alle esigenze di tutti i suoi cittadini.
È per contribuire a questa rinnovata idea di Europa che l’Italia ne assume, con orgoglio, in questa fase, la Presidenza.
Celebriamo, oggi, la festa della Repubblica con questo spirito.
Coscienti, innanzi tutto, delle difficoltà che caratterizzano questo particolare momento della nostra vita economica e sociale.
Abbiamo ben presenti, infatti, le incognite che ancora pervadono la quotidianità delle famiglie, spesso segnate dalla disoccupazione e dalle ristrettezze finanziarie.
Delle imprese, preoccupate dalle prospettive di una competizione che non ha confini e non dà tregua e, per molti versi, appesantite da strutture che non favoriscono la crescita e gli investimenti.
Delle nostre Amministrazioni locali che faticano ad assicurare ai loro cittadini il miglior servizio possibile.
Dobbiamo rispondere a questa Italia con riforme rapide ed efficaci, alle quali tutti siamo chiamati a contribuire.
Uno stato più semplice in tutte le sue articolazioni; un lavoro certo, diffuso e sicuro; un’impresa più solida e competitiva per la qualità che produce.
È un orizzonte possibile, realizzabile? Sì! Sono obiettivi praticabili!
Se, infatti, alziamo lo sguardo, vediamo le straordinarie opportunità e potenzialità del nostro Paese; incontriamo i quotidiani successi che sovrastano quelle fatiche, i risultati dell’ingegno, dell’operosità, dell’onestà del nostro popolo.
A questa Italia, a tutti noi, si è, autorevolmente, rivolto ieri il Capo dello Stato, nel Suo messaggio, con parole di stimolo, di fiducia, di incoraggiamento.
È a questo futuro di serenità e di benessere che consacriamo questa giornata.
Un futuro che vogliamo assicurare ai nostri figli.
Scrolliamoci di dosso, allora, ogni incertezza, ogni ritrosia, ogni malizia e impegniamoci tutti insieme per realizzarlo.
Solo così onoreremo la memoria di quanti, oggi, qui, da questa pietra, senza voce e, molte volte senza nome, ci ascoltano.
Solo così saremo degni figli di questa grande Patria, di questa nostra Repubblica che oggi, tutti insieme, festeggiamo.
Solo così potremo onestamente proclamare quelle impegnative parole che, anche oggi, con sincera determinazione pronunciamo: viva l’Italia, viva La Repubblica!
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